Napoli, nuovo ospedale a Fuorigrotta: «Così il quartiere diventerà invivibile»

Napoli, nuovo ospedale a Fuorigrotta: «Così il quartiere diventerà invivibile»
I napoletani che ne hanno viste tante non temono i cambiamenti a prescindere: hanno il timore che i soldi investiti per una struttura pubblica vengano sprecati. Dinanzi, quindi,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I napoletani che ne hanno viste tante non temono i cambiamenti a prescindere: hanno il timore che i soldi investiti per una struttura pubblica vengano sprecati. Dinanzi, quindi, all'ipotesi di spostare l'ospedale San Paolo dall'angusta via Terracina per ricostruirlo nella più ampia zona di via Campegna, i residenti esprimono un generico Ni giustificato dal disastro amministrativo che a pochi metri è sotto gli occhi di tutti. Vale a dire la bonifica di Bagnoli ancora bloccata e lo scempio del Parco dello Sport ricco di impianti mai utilizzati. «Qui vicino, proprio di fronte spiega infatti Luciano, parrucchiere proprietario di un negozio da 18 anni nel quartiere hanno creato un bellissimo campo sportivo con campi di calcio, tennis e pista di pattinaggio: l'avete mai visto voi? L'hanno messo a disposizione della città? Allora possiamo pure accettare che il nuovo ospedale San Paolo lo facciano qui, ma se viene rilanciata l'intera zona altrimenti produrrà solo ulteriore confusione». La diffidenza, insomma, regna sovrana. Non è tanto la sindrome nimby che impedisce la creazione di qualsivoglia struttura sotto la propria casa, è più scoramento misto a sfiducia nelle istituzioni locali.

 
Tra via Campegna e via Circonvallazione della caserma di Cavalleria, a Cavalleggeri d'Aosta esattamente a metà strada tra il mare di Bagnoli e il cuore residenziale di Fuorigrotta insiste una vasta area dismessa della vecchia linea Napoli-Roma su cui la Regione intende erigere il nuovo San Paolo. Una zona lasciata al degrado da oltre venti anni, basti pensare che negli anni '80 un'immobile fu assegnato ai terremotati e un'ala della scuola elementare (tutt'ora inagibile perché a rischio crollo) fu occupata da un gruppo di abitanti del Rione Traiano. Lungo il perimetro c'è l'ingresso della caserma dei Carabinieri Cesare Battisti, di fronte lo stazionamento dei bus Anm e alle spalle l'archeologia industriale dell'ex Ilva. «Questi palazzi sono sinceramente molto tranquilli rispetto agli altri di via Divisione Siena continua Loredana -, non vorremmo che arrivasse il caos pure da noi. Di certo scherza la ragazza io che sono giovane almeno il nuovo ospedale dovrei riuscire a vederlo». Molti residenti lamentano un innalzamento dei prezzi delle case in fitto, si parla anche di oltre mille euro, a dimostrazione che l'area seppur incompiuta ha riscoperto un suo valore. «Addirittura ci sarebbero 74 milioni di euro per fare l'ospedale qui? Io non abito in zona, ci passo spesso per lavoro aggiunge Mariano -. Speriamo che questi soldi li usino bene, non vedo controindicazioni a questa scelta». Nel lotto di 87mila metri quadri individuati a ridosso della linea ferroviaria dismessa Napoli-Roma nello specifico 70,3 milioni saranno a carico dello Stato e 3,7 milioni di competenza regionale. Termine ultimo previsto per realizzare l'opera: il 2024. «Appunto, se rispettano i tempi del cantiere io dovrei farcela a vedere», la battuta di Loredana suffragata da molti altri che sembrano credere poco alla tempistica così celere, ovvero sei anni in tutto.

«Davvero vogliono fare l'ospedale in questa zona? chiede attonito Nicola -. Magari lo facessero velocemente, sinceramente dubito. Tra Fuorigrotta e Bagnoli quasi ognuno di noi ha avuto un'esperienza al San Paolo: io personalmente ho avuto sia casi di buona che di mala sanità. Diciamo che a noi interessa più questo: che si vada lì e si guarisca». Il rapporto costo-benefici del nosocomio di via Terracina induce a immaginare il trasloco in una struttura con più posti letto e maggiore funzionalità. Obiettivo: evitare congestionamenti, anche perché i pazienti che non utilizzano il San Paolo hanno come opzione soltanto il Fatebenefratelli di via Manzoni. «Io al San Paolo tanti anni fa ho avuto un'esperienza negativa ricorda Silvia ma devo riconoscere che il pronto soccorso funziona bene. Certo fare qui l'ospedale comporterà traffico e rumore mentre per ora la zona è tranquilla: di sicuro non si troverà più parcheggio». Per la signora Giovanna, reduce dalla spesa al vicino supermercato, ignara anch'essa dell'idea di costruire sotto casa sua l'ospedale, «sarebbe un'ottima iniziativa anche se questa è una zona silenziosa: qui ci sono nata ed i problemi sono tanti, ma siamo andati avanti finora». Uno degli ultimi problemi al momento congelato dopo le proteste dei cittadini di Cavalleggeri d'Aosta - riguarda l'installazione di tre ripetitori telefonici sui piloni dell'ex funivia. Il Comune e la Mostra d'Oltremare hanno invitato la società Tmb Italia a sospendere i lavori per la realizzazione degli impianti, attivando un piano di controlli sanitari e ambientali, l'adozione di misure precauzionali e una mappatura dei ripetitori già esistenti sul territorio. I ripetitori a pochi metri in linea d'aria da un ospedale pure costituirebbe un'anomalia. «Questo quartiere è grande e decisamente affollato soprattutto nel lato verso via Diocleziano: si dovrebbero portare a compimento tante cose. Io per esempio annuncia Luigi di professione artista - ho chiesto alla Regione di disegnare un murales sul muro esterno del Tribunale militare di fronte, che pure è abbandonato così da anni: mi hanno risposto che lo posso fare ma a spese mie».


Troppe cattedrali nel deserto hanno visto gli abitanti di Cavalleggeri d'Aosta per accogliere a braccia aperta, a pochi metri di distanza, una novità destinata a mutare l'identità dell'area. Chi abita ai piani alti vede dinanzi a sé la bellezza di 23 ettari di campi di calcetto, basket, tennis, pallavolo, pista ciclabile da 20 chilometri, bocciodromo, area giochi per bambini, spazi per il roller blade e pista per il pattinaggio sul ghiaccio. Tutto afferente al Parco dello Sport. Tutto inutilizzato nell'impianto disegnato dallo studio Pica Ciamarra, «Forse sarebbe meglio che completassero prima questa struttura per farci giocare i nostri figli», dicono in coro molti degli interpellati. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino