Agguato al «re della Giamaica», ucciso il boss delle piantagioni sui Monti Lattari

Agguato al «re della Giamaica», ucciso il boss delle piantagioni sui Monti Lattari
CASOLA - Agguato di camorra nella serata, ucciso il capo dei narcos della Giamaica dei monti Lattari. Intorno alle 21 di ieri, in via Giovanni Del Balzo a Casola di Napoli,...

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CASOLA - Agguato di camorra nella serata, ucciso il capo dei narcos della Giamaica dei monti Lattari. Intorno alle 21 di ieri, in via Giovanni Del Balzo a Casola di Napoli, è stato ammazzato Antonino Di Lorenzo, 53 anni, pluripregiudicato con diversi precedenti per droga, freddato a colpi di arma da fuoco praticamente sotto casa. Conosciuto con il soprannome «'o lignammone», era ritenuto dall'Antimafia l'attuale boss delle piantagioni di canapa indiana.

 
La ricostruzione dell'agguato è affidata ai carabinieri della stazione di Gragnano, della compagnia di Castellammare di Stabia e del nucleo investigativo di Torre Annunziata, giunti sul posto pochi minuti dopo l'omicidio per effettuare i primi rilievi ed avviare le indagini. Informata dell'agguato anche la Direzione distrettuale Antimafia di Napoli, per quello che è l'ennesimo omicidio eccellente nella faida della marijuana. L'agguato mortale si è consumato in pochi attimi, con Di Lorenzo raggiunto sotto casa dai killer che sarebbero fuggiti rapidamente in scooter a folle velocità dopo aver trucidato l'attuale boss delle piantagioni illegali. Attualmente sottoposto all'obbligo di dimora a Casola di Napoli, l'ultimo arresto di Di Lorenzo risaliva a maggio dello scorso anno, quando fu arrestato su ordine della Procura de L'Aquila perchè accusato di aver dislocato diverse piantagione di canapa indiana proprio in Abruzzo, insieme ad una serie di complici dei Lattari e del posto.


Secondo gli investigatori, dopo l'omicidio di Ciro Orazzo, altro pregiudicato di Casola, avvenuto a ottobre del 2017 nella vicina Lettere, le redini della produzione e del traffico di marijuana era passata proprio nelle mani di Antonino o lignammone. Il controllo delle coltivazioni e i prezzi erano, dunque, affidati al nuovo boss, ammazzato come il suo predecessore. Tutte le ipotesi restano in campo, ma l'unica pista porta agli ambienti della camorra legati al traffico di droga per le forniture delle piazze di spaccio dell'area stabiese e torrese. L'altro pezzo da novanta delle piantagioni, il capoclan Antonio Di Martino, è invece latitante dallo scorso 5 dicembre, quando è sfuggito alla cattura nell'ambito dell'operazione Olimpo. Numerosi precedenti alle spalle, Di Lorenzo era stato arrestato anni fa in Francia, durante il tentativo di importare un grosso carico di droga dall'estero. Dopo l'estradizione, era stato coinvolto in altre inchieste ed era attualmente a processo per produzione e traffico di droga, dinanzi al tribunale di Torre Annunziata. La sentenza di primo grado era attesa a ottobre. Tre sono i clan di zona interessati fortemente al business da milioni di euro ogni estate, con i Di Martino, gli Afeltra e i D'Alessandro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino