Napoli, ospedale San Paolo in ginocchio senza 18 medici: «Assistenza a rischio»

Napoli, ospedale San Paolo in ginocchio senza 18 medici: «Assistenza a rischio»
Pronti soccorso e reparti di emergenza in ginocchio: a Napoli non c'è solo il Cardarelli ad arrancare - costretto nei giorni scorsi a sbarrare di nuovo per lunghe ore...

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Pronti soccorso e reparti di emergenza in ginocchio: a Napoli non c'è solo il Cardarelli ad arrancare - costretto nei giorni scorsi a sbarrare di nuovo per lunghe ore gli ingressi riservando gli accessi solo ai codici di massima urgenza - ma è tutta la rete dell'urgenza a vacillare. Le strutture più grandi a causa dell'onda d'urto di uno straordinario iperafflusso di pazienti, molti dei quali a media e bassa complessità. Le strutture di primo livello, invece, soprattutto perché minate dalla carenza di personale specializzato.

Penuria diventata acuta con il periodo delle ferie estive: «La situazione in tutta la provincia di Napoli resta estremamente critica - conferma Lino Pietropaolo, segretario regionale della Cisl medici - nella Napoli 1 sono in sofferenza, per la cronica carenza di personale, il Pronto soccorso del San Paolo e l'Emergency dell'ospedale del Mare. Carenze che ancora impediscono la ripartenza del pronto soccorso del San Giovanni Bosco. I problemi sono noti e di non facile risoluzione ma per i pazienti il rischio di non trovare adeguate risposte a un problema acuto è destinato ad acuirsi con l'approssimarsi del periodo estivo in cui tutti i camici bianchi hanno bisogno e diritto al riposo dopo un anno terribile e faticoso anche sul piano psicologico. Molti colleghi continua Pietropaolo - hanno visto morire pazienti e compagni di lavoro. E intanto il 118 di Napoli 1 Napoli 3 senza medici trasporta tutti i pazienti in ospedale». E proprio dall'ospedale San Paolo giunge la segnalazione di una carenza di 18 medici specialisti in Medicina di urgenza. Nel presidio di Fuorigrotta in vista delle ferie estive è a rischio la copertura dei turni di pronto soccorso di luglio e agosto. I sindacati chiedono percorsi sicuri per i pazienti che giungono in Pronto soccorso nelle aree di Neurologia, Ortopedia, Pediatria e per esami radiologici. Acuta anche la penuria di figure tecniche oltre che di medici del 118.

«Il problema del Cardarelli e di altri pronto soccorso di Napoli e provincia riguarda tutti i grandi ospedali d'Italia avverte Gaetano D'Onofrio, direttore sanitario aziendale della Asl Napoli 3 sud. La questione va affrontata anche a livello legislativo nazionale per rendere attrattive le unità operative di prima linea dove da alcuni lustri è stata istituita la figura del medico unico di pronto soccorso sottoposto però a particolari stress e penalizzaizioni economiche e professionali». Un rimedio per l'immediato? Sono i contratti libero professionali, i contratti a progetto, la sanatoria per chi nel 118 lavora da anni ma non è ancora passato alla dipendenza nonostante sia impiegato da anni in prima linea nei pronto soccorso ma poi esclusi dagli stessi concorsi per mancata equopollenza o affinità di disciplina. E c'è anche chi propone di impiegare le guardie mediche notturne in pronto soccorso con un adeguamento contrattuale. Attualmente al san Paolo mancano circa 18 unità in prima linea e da due anni danno una mano i chirurghi dell'ospedale e quelli provenienti dal San Giovanni Bosco. Così anche gli internisti della Medicina e Cardiologia ma è impossibile a luglio ed agosto concordare un piano ferie. Gli ortopedici mancano di pomeriggio, di notte e nei festivi ma non è stato indicato un percorso alternativo per chi arriva in Pronto soccorso. Così per le consulenze neurologiche per gli Ictus. Esiste un percorso alternativo sulla carta ma l'ospedale del mare non sempre risponde alle richieste di aiuto. Infine la pediatria: anche se non esiste il Pronto soccorso per i piccoli è inveterata l'assistenza ai bambini con accesso diretto al piano e successivo trasferimento al Santobono quando necessario. Ma d'estate la carenza di pediatri ed infermieri ostacola tale iter.

Non sono solo gli ospedali dell'area metropolitana di Napoli a soffrire ma anche la provincia è allo stremo. Come il Pronto soccorso dell'ospedale di Castellammare nel quale, nei giorni scorsi, sono state attivate delle misure straordinarie compensative con il trasferimento immediato di dirigenti di altre branche specialistiche nella prima linea. 

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Il Mattino