Impegno: «No al collegio di Chiaia», ed è rivolta nei circoli di Napoli Ovest

Impegno: «No al collegio di Chiaia», ed è rivolta nei circoli di Napoli Ovest
Addii e cambi in corsa. Le liste, tra mille travagli, sono ormai ufficiali ma in queste ore il Pd di Napoli vibra ancora per diverse scosse telluriche. Tra mugugni, veleni e il...

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Addii e cambi in corsa. Le liste, tra mille travagli, sono ormai ufficiali ma in queste ore il Pd di Napoli vibra ancora per diverse scosse telluriche. Tra mugugni, veleni e il collegio di Napoli città che da possibile vetrina per un partito che deve riprendersi dalle mazzate di due sconfitte alle comunali e ridotto in briciole, vede gli aspiranti candidati fuggire a gambe levate. Giusto, giustissimo se a un mese dal voto ti arriva la richiesta di candidarti lì e devi organizzarti una campagna elettorale in salita. 


Eppure appena quattro giorni fa dal Pd napoletano arriva il corteggiamento serrato verso un esponente della società civile. Lì il partito di Renzi ci vede bene Mimmo Ciruzzi, penalista conosciutissimo in città non solo per la sua professione (è anche ex presidente della Camera penale) ma anche per la presidenza del premio Napoli. Lo chiamano tre giorni fa e gli chiedono se è disposto a correre. Lui, garbatamente, seppur lusingato, fa notare come sfide del genere non si improvvisano dalla sera alla mattina. Non si può organizzare, insomma, una sfida con una campagna elettorale di appena un mese. È un no. Garbato ma un no. E venerdì sera il Pd pensa a Leonardo Impegno, parlamentare uscente. Quest’ultimo ci mette una manciata d’ore per riflettere e pensare come sarebbe un suicidio, anche per un politico di professione. Risalire i sondaggi in appena un mese in un collegio praticamente a sorpresa è andare dritto sugli scogli. E decide di rinunciare. 
 
«Dopo aver molto riflettuto, e di fronte ad un metodo di selezione delle candidature poco comprensibile, senza un percorso democratico e all’oscuro dei criteri adottati, sono giunto alla difficile conclusione di non accettare la proposta di candidatura», spiega Impegno. 

«Da tempo ho evidenziato come il Pd a Napoli versa in uno stato di grande difficoltà, sia nel dibattito politico che nel radicamento territoriale. Purtroppo - continua il parlamentare considerato vicino al governatore De Luca - anche le ultime scelte sono poco comprensibili e rischiano di non fare bene al partito. È giusto ricordare, inoltre, che nel 2013 fui eletto perché vinsi le parlamentarie che quest’anno non si sono svolte». 

Dopo la rinuncia del parlamentare uscente la battaglia nell’uninominale nel collegio di Napoli centro tocca quindi, decide il partito, a Marco Rossi-Doria, maestro di strada ed ex sottosegretario all’Istruzione. Ma attenzione perché, a cascata, esplodono i malumori dei circoli di Fuorigrotta, Bagnoli, Pianura, Soccavo e Chiaiano. Perché in quel collegio, dopo lo spostamento di Rossi-Doria, il Pd indica Daniela Iaconis come candidata e nessun nome avanzato dalla base durante le riunioni ufficiali. 

«Le proposte sono contenute in un documento che abbiamo inviato alla Federazione provinciale in modo congiunto e dopo una consultazione avvenuta appunto nei rispettivi coordinamenti. Ma a sorpresa - scrivono i segertari dei 5 circoli -, senza alcuna preventiva, seppur veloce consultazione apprendiamo la decisione calata dall’alto del cambio di nome dal sito del Pd e dai giornali. Contestiamo questo metodo che non aiuta in questa fase».

«Questo collegio raggruppa il territorio dove il governo Renzi prima e Gentiloni poi ed il governo Regionale, hanno indirizzato fondi ingenti, per la bonifica di bagnoli, per la bonifica di Pianura, per i trasporti e le reti metropolitane, per la depurazione, per le universiadi, per la mostra d’oltremare, e nonostante questo, o forse proprio per questo, è luogo di forte contrapposizione politica nei confronti del Pd», scrivono ancora i segretari ricordando l’attacco, qualche giorno fa, al circolo pd di Bagnoli. 


Sono altri malumori che si sommano in una città dove Matteo Renzi ha puntato. Con la candidatura al Senato ma, sopratutto, con il nome di Paolo Siani. «Ho candidato solo persone vicine a me, fedeli? Io rispondo con il fatto che a Napoli il primo candidato che abbiamo individuato è Siani, un medico, che non viene dal Pd, viene dalla lotta alla camorra. Ed è in prima fila contro la povertà educativa», ha ripetuto anche ieri Matteo Renzi.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino