Napoli, piazza Garibaldi abbandonata: la vigilanza non c'è più, tornano furti e vandali

Napoli, piazza Garibaldi abbandonata: la vigilanza non c'è più, tornano furti e vandali
Il mercatino serale di rifiuti nell'anfiteatro. Il canestro strappato e rubato dagli incivili. Il campo di calcetto inutilizzabile, con la rete metallica massacrata. Giostre...

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Il mercatino serale di rifiuti nell'anfiteatro. Il canestro strappato e rubato dagli incivili. Il campo di calcetto inutilizzabile, con la rete metallica massacrata. Giostre distrutte. Erbacce incolte e ingiallite. Clochard che orinano in pieno giorno sotto il naso dei (pochi) turisti. Pali asportati. Scritte maleducate ma orribili a deturpare le mura nuove. La paura dei residenti, gli schiamazzi e un'integrazione che non si è mai consolidata in nessun melting-pot tra napoletani, migranti che abitano le vicine traverse del Vasto e viaggiatori che si riaffacciano in città dopo un anno e mezzo di pandemia. In piazza Garibaldi, restituita alla città nel novembre 2019 dopo lunghissimi lavori, il possibile e il reale hanno preso strade nettamente separate. Quello che poteva essere non è stato. E i fatti parlano del fallimento del progetto di «tutela collettiva» invocato e promesso dal Comune a ridosso della consegna della piazza. Nessun controllo di responsabilità dal basso, in zona stazione, ma un degrado che avanza e peggiora in un'area edificata da poco, ma che già non è più nuova. 

Invecchia in fretta, piazza Garibaldi. L'idillio non è mai arrivato: il flop del progetto di restyling e del suo modello di tutela collettiva in cui imprenditori, migranti e cittadini contribuiscono alla salvaguardia dell'area, è la realtà quotidiana sotto gli occhi di tutti. Qui ognuno fa quello che vuole, come vuole. I turisti diretti dalla stazione alla statua di Garibaldi sono costretti allo slalom tra immondizia, verde ingiallito, mercatini di cianfrusaglie, letti di fortuna ed escrementi umani freschissimi prodotti davanti ai loro occhi. I campi di basket e football sono un ricordo. Il canestro dell'integrazione sportiva «è stato rubato da qualche tempo», raccontano i negozianti, e la recinzione metallica della porta di calcetto è tranciata. All'indomani della consegna della piazza, dal Comune era stato stipulato un accordo con Metropolitana Spa (responsabile dei lavori) per la riparazione e la gestione dei dissesti. «L'accordo è scaduto il 30 settembre 2020 - spiegano da Metropolitana - ed era stato prorogato al 31 dicembre 2020. I giochi sono stati manutenuti l'ultima volta il 23 dicembre scorso». Insomma, decaduta la convenzione è arrivato il saccheggio. 

«La situazione peggiora - spiega Adelaide Dario, presidente del Comitato residenti del Vasto - Era pronosticabile che sarebbe stato difficile dare dignità alla piazza se nelle traverse adiacenti imperversavano difficoltà e disagi. Nessuno è intervenuto per risolvere il problema. Il mercato dei rifiuti e della contraffazione potevano essere quantomeno affrontati. Servono presidi fissi di polizia in piazza e sequestri del materiale illecito. I ristoratori soffrono per il degrado. Migliorare la vivibilità della zona migliorerebbe anche la vita degli immigrati che rispettano le regole. Le nostre proteste non hanno nulla a che vedere con la xenofobia, ma sono rivolte contro i giri illeciti e i bivacchi a tutte le ore». Non mancano le «truffe delle sigarette» - rivelano in zona - a opera di napoletani. Il melting-pot c'è, ma è quello dell'illegalità. «Dal lato dell'ingresso principale della metro va un po' meglio, ma qui va malissimo. I b&b, giustamente, si lamentano del degrado», osserva l'edicolante Gennaro Sportiello. Eppure, dal lato metro, le macchine per i ticket sono un miraggio e la fila dei turisti al botteghino è puntuale come l'affollamento in banchina. Intorno alle 21 va in scena il suk dei rifiuti nell'anfiteatro. «A scattare alcune foto del degradante evento e a inviarcele è stato un turista - prosegue la Dario - E questo non fa crescere l'appeal di Napoli agli occhi dei vacanzieri nel post-Covid». A ridosso dei gradoni (sopra o sotto), ma anche nelle aiuole del verde agonizzante della piazza, si sceglie il proprio indumento povero, pescato dai cassonetti. La miseria esige sempre rispetto, ma è amaro che il degrado più intenso si annidi proprio nella piccola e costosa arena, gioiello del restyling, che doveva portare eventi e cultura in zona stazione.

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Il Mattino