Plebiscito, il sindaco di Napoli accelera sull'ipogeo: «Aprirà entro l'estate»

Plebiscito, il sindaco di Napoli accelera sull'ipogeo: «Aprirà entro l'estate»
È stato un flash quello del sindaco Gaetano Manfredi, ma è bastato per dare nerbo e sostanza alla commissione Cultura - presieduta dal consigliere Luigi Carbone -...

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È stato un flash quello del sindaco Gaetano Manfredi, ma è bastato per dare nerbo e sostanza alla commissione Cultura - presieduta dal consigliere Luigi Carbone - dove l'ex rettore ha tracciato le linee di indirizzo per il Piano strategico della cultura. Di cosa si tratta? «In estate - dice l'ex rettore che di mestiere fa l'ingegnere - potrebbe aprire almeno un pezzo della parte ipogea di piazza del Plebiscito». Sarebbe così il quarto sito di riferimento del Piano, gli altri sono il Maschio Angioino, Castel dell'Ovo e il Pan. Il sindaco ci crede, venerdì è andato a fare un sopralluogo nella piazza di sotto che è esattamente come quella di sopra, e ha constatato con i suoi occhi che i lavori procedono celermente - sono in carico al Provveditorato per le opere pubbliche - al punto che c'è la certezza che a livello strutturale non ci sono problemi e si sta mettendo mano già alla pavimentazione.

Ed è inevitabile che se aprisse la piazza di sotto bisognerebbe individuare come far funzionare la parte di sopra in termini di accoglienza, bar, tavolini, illuminazione. Troppe cose da fare? Certo, ma non è detto che si debbano fare tutte assieme. La teoria di Manfredi al riguardo - applicata già per Palazzo Fuga e Bagnoli sulla bonifica - è improntata alla concretezza: «Aprire quello che si può subito e metterlo in funzione perché se aspettiamo di completare tutto non si aprirà mai» parole che il sindaco ripete spesso.

«Una location che suscita emozione» racconta chi c'è stato nell'ipogeo di piazza del Plebiscito negli ultimi giorni. Ma non bastano le emozioni, i siti devono vivere e già trapelano alcune idee sull'utilizzo. La vocazione - questo il ragionamento - è quella di uno spazio espositivo che calzerebbe a pennello con installazioni di arte moderna. E Manfredi sta già sondando il mercato per capire quale mostra «ad alto impatto emotivo» potrebbe essere installata sotto la piazza simbolo di Napoli. E i preparativi fervono senza intoppi, il traguardo dell'estate per aprire può starci. La location è suggestiva, si sta mettendo un pavimento di pietra liscia con una alternanza di cerchi tra il bianco e un colore più scuro. La parte alta sarà solo imbiancata. Sotto il profilo funzionale si sta montando la centrale impiantistica, fatto questo si devono mettere a posto le scale e l'ascensore. Poi le sale ovali del sito potranno essere fruite per gli scopi a cui punta il Comune. Per Palazzo San Giacomo l'ipogeo di piazza del Plebiscito è una «enorme opportunità», di qui la cosa contro il tempo per aprilo. Il tema è anche decongestionare il centro antico fornendo alternative di qualità e per tutti i gusti. L'ipogeo del Plebiscito come area museale, il San Carlo per la musica, il molo San Vincenzo per la movida e la Galleria per lo shopping vale a dire creare un polo attrattivo-culturale.



Lunedì al Mercadante Manfredi aprirà l'ascolto alla città per integrare il piano di cui oggi si hanno solo le linee di indirizzo. Il sindaco arriva in compagnia di Stefano Consiglio che fa parte della cosiddetta cabina di regia che ha messo insieme per formulare il Piano. «Una collaborazione - chiarisce Manfredi - a titolo completamente gratuito». C'è convergenza tra le linee di indirizzo del sindaco e i 10 punti presentati dalla commissione al primo cittadino. Al quale è stato detto che «la commissione ha approvato all'unanimità» una mozione per dedicare il Maggio dei monumenti a Pier Paolo Pasolini» di cui cade il centenario della nascita. E chiesto di varare uno «sportello unico per la Cultura sul modello di quello già attivo per il cinema». Sollecitato sull'identità del Piano per la cultura il sindaco spiega: «Dobbiamo essere aperti e con una vocazione internazionale valorizzando le nostre tradizioni senza però cadere nel localismo».
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Il Mattino