Napoli, sassi dopo la sconfitta al rione Sanità: «Siamo tutti sconfitti»

Napoli, sassi dopo la sconfitta al rione Sanità: «Siamo tutti sconfitti»
Ogni domenica in Campania giocano trentacinquemila ragazzi tesserati Figc tra i cinque e i sedici anni. Dodicimila gare l'anno per quasi 600 società. Un esercito che...

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Ogni domenica in Campania giocano trentacinquemila ragazzi tesserati Figc tra i cinque e i sedici anni. Dodicimila gare l'anno per quasi 600 società. Un esercito che vive le criticità di un territorio fatto anche di devianza giovanile. L'aggressione di Sporting Spaccanapoli-Barone Calcio è avvenuta al termine di una partita di sedicenni, come raccontato dal Mattino. «Se qualcuno dei nostri è coinvolto sento di aver fallito», ha detto Laura Salzano dello Sporting Spaccanapoli. «Un episodio come questo è gravissimo, ma va visto in maniera avulsa dal terreno di gioco. «Il calcio non c'entra. La maggior parte delle nostre scuole calcio lavorano in situazioni di rischio minorile. È una sfida da vincere e tante sono meritorie». Parola di Giuseppe Madonna, coordinatore del Settore Giovanile Scolastico della Campania. I progetti sono tanti: «Si va da quelli nelle scuole con oltre 60 istituti che stanno partecipando agli incontri contro la devianza, alla presenza di psicologi che insegnino i ragazzi il giusto valore dello sport». Valori che non devono perdersi. «Certo l'episodio della Sanità deve far riflettere. Ma è un incidente di percorso che ci deve spingere a lavorare più e meglio. Non vedo una recrudescenza degli episodi di violenza. Non vedo un clima pesante. L'episodio c'è, ma non è la normalità». E allora il problema dov'è. «Spesso questi ragazzi sono anche lasciati a loro stessi e le società sono la prima agenzia giovanile».

 
Antonio Piccolo è da 33 anni in quella piccola enclave svizzera che è l'Arci Scampia. «Siamo 400 iscritti ma oggi è cambiato tutto ed è cambiato il rapporto genitori-figli-agenzie educative. Si va in ordine sparso, servirebbe un coordinamento. Il bambino di Scampia è sempre lo stesso, bello, sveglio e vivace. Ciò che cambia sono i genitori, i social, le pressioni esterne». Da Izzo, stella del Torino a ingegneri, registi, scrittori. Dall'Arci sono passati in tanti. «Ma guai a parlare di ragazzi salvati - dice Piccolo - qui nessuno salva nessuno. Non ci sono eroi e ognuno si salva da solo. In 33 anni di attività insegniamo valori e creiamo opportunità. La Figc ci è vicina indica le linee, spesso sono le società che esagerano un po' dando tanta enfasi al risultato sportivo». Eroi del quotidiano? «Macché non ne abbiamo bisogno».

Nell'area flegrea opera l'Asd Monteruscello, quattrocento tesserati dai cinque ai diciotto anni. «Cerchiamo di far capire ai ragazzi qual è il vero valore dello sport - dice il presidente Fulvio Ruta - Ed abbiamo in programma anche riunioni con il mental coach proprio per insegnare come si devono affrontare certe situazioni». La vicenda della Sanità? «Il campo lì non c'entra nulla. Noi cerchiamo di non disperdere i nostri ragazzi inventando tante attività e seguendoli da vicino. Certo vedere un ragazzo che si incammina verso una via sbagliata è triste e quanto è avvenuto alla Sanità è anche un piccolo fallimento».


La Scuola Calcio Pasquale Foggia vive uno dei Rioni più difficili della città di Napoli, 380 tesserati e una regola. «Quanto accaduto alla Sanità non lo concepisco perché è prima la società che deve dare delle regole. Evidentemente sarà accaduto qualcosa. La sassaiola è un fallimento dell'educatore, del calcio, di tutto. E quando noi ci accorgiamo di avere un ragazzo particolare ma perbene cerchiamo sempre di tirarlo dentro con qualsiasi ruolo possibile». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino