«Ho fatto una rima per dimenticare questa mascherina/Quest'inverno mi ha congelato, vorrei un bel gelato/Ma la scuola non capisce che così si impazzisce/La mia...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I RAGAZZI
«Non riuscivo più a credere che tutto questo sarebbe finito e presto saremmo tornati alla normalità». Il pensiero è comune a Claudia, Mattia, Raffella, Annalisa, Sara, Nunzia, Noemi, Carmela, alcuni degli studenti dell'istituto comprensivo Porchiano-Bordiga di Ponticelli diretto da Colomba Punzo che, insieme agli educatori di Maestri di Strada, hanno dato vita a un rap, in italiano e napoletano, che vuole essere l'inno giovanile del post Covid. Versi che rispecchiano lo stato d'animo dei giovanissimi, la cui vita è stata sconvolta da un giorno all'altro. I ragazzi cercano risposte, provano persino ad affidarsi alla fortuna: In questi giorni serve solo un 16 (nella smorfia indica la buona sorte); ai sogni intonando un pacco di sogni per affrontare questi giorni; hanno paura per sé e i più fragili (mia sorella è una bambina/ed ho paura per questa pandemia). Il rapporto con la scuola diventa così complesso, pesante, alienante: Che incubo le pagine di scienze/vorrei solo nuove conoscenze/e tutta questa storia mi farà perdere la memoria; mangiano tanto, il cibo è consolatorio e riempie un tempo sospeso in attesa che succeda qualcosa che rompa il terribile incantesimo: mangio come un fiume in piena/sicuro divento come una balena.
LEGGI ANCHE Scuola, Azzolina: «Mai pensato di chiudere studenti in cabine di plexiglass: vogliamo tornare alla normalità»
I MAESTRI DI STRADA
Fondamentale supporto per i baby rapper sono stati gli educatori dell'associazione Maestri di Strada. «Dal 4 marzo, giorno del nostro ultimo coordinamento in presenza, stiamo portando avanti la cooperazione educativa, la didattica contestualizzata, la pedagogia errante - dice Cesare Moreno, presidente della onlus - Il rap della quarantena, come tutte le iniziative di questi tre mesi, porta con sé un grande contenuto metaforico: spiattella, nomina tutte le contraddizioni e insieme le rielabora nella struttura obbligata del ritmo e della rima». «Versi sublimi che senza commenti ci dicono come piccole persone isolate nella loro casa, adulti saggi e competenti, con apparecchiature precarie abbiano ristabilito una relazione creativa tra due mondi - aggiunge Moreno - quello degli adulti e quello dei giovani, che in quel mentre si stavano spaccando sull'intero pianeta per responsabilità di governanti imbelli». I Maestri di Strada Irvin Vairetti, responsabile laboratorio di musica; Cira Maddaloni, coordinatrice laboratorio di arti visive; Gabriele Gigante, educatore e responsabile laboratorio di videomaking e Silvia Mastrorillo, coordinatrice pedagogica del progetto parlano di «un processo creativo collettivo che ha nutrito i legami in un momento di grande paura e isolamento fisico, grazie all'energia curativa dell'arte e dell'immaginazione». Il «Rap d'a quarantena» è stato realizzato con il contributo e il sostegno della Regione. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino