Napoli, scure sui furbetti delle primarie Pd: «Ora basta veleni»

Napoli, scure sui furbetti delle primarie Pd: «Ora basta veleni»
Il Pd rialza la testa e apre le porte. Il ritrovato entusiasmo - dopo anni di ricorsi bollati, litigi a colpi di tessere e sconfitte nelle urne - lo si evince dalle prime parole...

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Il Pd rialza la testa e apre le porte. Il ritrovato entusiasmo - dopo anni di ricorsi bollati, litigi a colpi di tessere e sconfitte nelle urne - lo si evince dalle prime parole pubbliche del nuovo segretario regionale Leo Annunziata. Emozionato all'esordio con la stampa, lui sindaco di un piccolo comune quale Poggiomarino e scelto dai capicorrente per siglare un lungo compromesso, ha usato parole chiare sui temi dove maggiore è l'ambiguità del Partito Democratico locale. E chiarisce subito che non si dimetterà da primo cittadino di Poggiomarino: «Io in piccolo farò come il segretario nazionale che ha giustamente deciso di restare alla guida della Regione Lazio».

 
In primis, il rapporto col sindaco di Napoli che tra due anni non si potrà ricandidare e per Annunziata Alessandra Clemente (non citata) al posto dell'attuale primo cittadino non avrebbe la stessa forza. «Abbiamo - dice - il tempo per prepararci alla battaglia ma di sicuro siamo e saremo all'opposizione. Paghiamo le sciagurate primarie di sette anni e mezzo fa - ha detto Annunziata - Quando si fanno, bisogna poi trovare sulla scheda elettorale il nome votato dai cittadini. Sette anni fa, invece, nessuno dei tre partecipò alla competizione elettorale vera e propria (Cozzolino, Oddati e Ranieri, ndr)». Che fare dunque con de Magistris? Dialogare o puntare a recuperare nel suo bacino elettorale che poi nazionalmente ha scelto i grillini? «Rispetto per de Magistris e il suo movimento, ma tra due anni non è più ricandidabile ed è lui la persona che ha fatto la sintesi. Col segretario provinciale decideremo una linea comune sulla Città metropolitana. Intanto apriamo un discorso sulla città, investiamo sulle categorie e le non categorie affinché ci aiutino a capire la città. Abbiamo luoghi per farlo, una volta a settimana sarò qui per firmare i tesseramenti. Qui ci saranno presentazione culturali, porte aperte a chi non ha soldi per mantenere il circolo».

Annunziata insomma prova ad allargare le braccia a chi lo ha sostenuto, ma anche a chi non lo ha votato ed ora magari chiede la presidenza del partito regionale. Un peso interno lo avrà senza dubbio il consigliere regionale Gianluca Daniele, reduce dal successo alle primarie della sua lista Con il lavoro. Da verificare se la presidenza spetterà al secondo classificato, Umberto Del Basso De Caro o ad Armida Filippelli.

Soddisfazione per una «partecipazione sorprendente e affettuosa» alle primarie, ora l'obiettivo sbandierato da Annunziata - una chimera in casa Pd, per la verità - è «costituire una unità reale all'interno del partito: basta logorio interno per permettere alle Europee che i candidati possano fare una campagna elettorale serena consapevoli che gli avversari stanno all'esterno cioè al governo». E rispetto alle polemiche anche sul voto di queste primarie in serata la segreteria provinciale comunica che la commissione di garanzia ha deciso in merito al video di Fanpage «la sospensione degli iscritti che si sono resi protagonisti delle gravi irregolarità e attivato l'istruttoria per l'adozione di ulteriori provvedimenti». Monetine fuori da seggi e il sospetto di un voto controllato.


Nelle prossime settimane, dopo l'assemblea regionale, andrà composta la nuova segreteria. I profili dovranno essere alti. «Da sindaco dico no ad un partito di amministratori. Non sono per le differenze anagrafiche, l'importante è che sia di qualità». Incombono, come detto, le Europee. Se Zingaretti ha riportato a casa molti fuoriusciti, magari transitati in LeU, Annunziata mette le cose in chiaro: «Ove ci fosse richiesta di accoglienza nelle nostre liste dovremmo dire di no perché vorrebbe dire che la loro posizione era solo per scissione personalistica». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino