C’è un tema legato al San Paolo molto più scottante della convenzione per questa stagione (non ancora sottoscritta anche se il campionato è cominciato da oltre un mese) e...
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Perché anche i funzionari della commissione stadi dell’organismo calcistico internazionale - il Napoli, iscritto per il sesto anno consecutivo alle coppe, partecipa all’Europa League - monitorano quanto accade a Fuorigrotta. Il regolamento è molto rigido: la commissione disciplinare dell’Uefa, ad esempio, fa scattare sanzioni anche se vengono accesi fumogeni sugli spalti o se sono occupate le scalinate; sono immaginabili le preoccupazioni per lo stato in cui versa l’impianto. Le carenze del San Paolo sono state sottolineate a più riprese dal questore Guido Marino e recentemente, mercoledì 16 settembre, a ventiquattr’ore dalla partita di Europa League Napoli-Bruges, il prefetto Gerarda Pantalone ha convocato un vertice nella sala di piazza Plebiscito disponendo immediati interventi per il ripristino dei tornelli e degli impianti di videosorveglianza, in particolare nel settore Ospiti.
Lavori a carico del Comune, che li ha in parte eseguiti prima di Napoli-Juve, importante match che aveva avuto parziale via libera dall’Osservatorio sulle manifestazioni sportive: la struttura del Viminale, presieduta da Alberto Intini, aveva infatti vietato l’accesso ai tifosi bianconeri. Nella determinazione dell’Osservatorio numero 34 del 23 settembre si sottolinea che l’organismo ha preso atto della rapporto della Questura di Napoli sulla situazione strutturale del San Paolo «in relazione alla quale si ritiene che l’autorità di Pubblica Sicurezza debba intraprendere i provvedimenti di competenza ritenuti più idonei all’esito del tavolo di condivisione già in atto con la Società SSC Napoli ed il Comune di Napoli, anche adottando, ove ritenuto necessario, il provvedimento di cui all’articolo 1 del DL n. 8/2007 convertito con modificazioni dalla legge n. 41/2007».
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Il Mattino