Via Sorrento, rione Villa, nella notte l'ultima stesa. Ancora colpi esplosi tra case e automobili, ancora fuoco che sa di camorra. Come una beffa, a giudicare da quanto...
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Spari in via Sorrento, zona controllata dai Rinaldi e insidiata dai Mazzarella, secondo un copione che - al di là delle fortune alterne delle due cosche - va avanti da decenni. Spari in via Sorrento, quasi uno sfregio a chi venerdì mattina aveva chiesto maggiore attenzione per un intero spaccato metropolitano.
Ricordate la marcia a pochi passi dai murales giganti che raffigurano Maradona e il volto di un ragazzino? Migliaia di studenti, parrocchie in movimento, semplici cittadini. Tutti a battere sullo stesso concetto.
Basta stese, basta queste assurde dimostrazioni di forza e di violenza, che rischiano di uccidere anche chi non ha nulla a che spartire con le dinamiche criminali. Poche ore dopo l'ennesimo raid, l'ennesimo colpo messo a segno da bande rionali. Come a dire: il controllo del rione resta nelle nostre mani.
Ma cosa succede lì in via Sorrento? Scenario di sempre, specie all'indomani della scarcerazione del boss Ciro Rinaldi, meglio conosciuto da queste parti come «my way». Quindici giorni fa la scarcerazione grazie al provvedimento adottato dai giudici della dodicesima sezione del Tribunale del Riesame di Napoli, che hanno revocato una misura cautelare per il duplice omicidio Cepparulo-Colonna.
Carenza di gravi indizi, sembra di capire in attesa della lettura delle motivazioni, mentre sul territorio l'atmosfera è tornata immediatamente rovente. Parliamo di probabili coincidenze, di fatti da annoverare nella casistica degli episodi di matrice criminale avvenuti di recente: prima un uomo gambizzato, poi le stese, come a voler imporre una nuova logica di terrore sull'intero territorio.
Via Sorrento, rione Villa. Siamo in una zona caratterizzata dal lavoro di una intera comunità parrocchiale, che assicura azioni di assistenza dei più deboli, proprio a partire dal volontariato rivolto ai minori di famiglie disagiate. Uno sforzo che va avanti proprio mentre alunni, credenti e cittadini danno vita alla prima marcia contro le stese, sfilando lungo i vialoni del cosiddetto bronx 2001. Ed è proprio in questo scenario che si torna a sparare, a terrorizzare, a scandire con i proiettili il tempo che separa un agguato da un altro, un delitto dopo l'altro, mai come in questo caso a dispetto di chi chiede normalità e civiltà nel popoloso quartiere della periferia orientale di Napoli. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino