Napoli, il riscatto di Ivan: «Mio padre ucciso dai clan, volevo seguire le sue orme ma il lavoro mi ha salvato»

Napoli, il riscatto di Ivan: «Mio padre ucciso dai clan, volevo seguire le sue orme ma il lavoro mi ha salvato»
La storia di Ivan è di quelle destinate ad essere d'esempio per tanti giovani. 24 anni, una infanzia difficile e tante difficoltà economiche e familiari, le...

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La storia di Ivan è di quelle destinate ad essere d'esempio per tanti giovani. 24 anni, una infanzia difficile e tante difficoltà economiche e familiari, le tentazioni della strada in un quartiere - Soccavo - che non offre quasi nulla ai giovani, la voglia di farsi largo nel mondo del lavoro e di lasciarsi alle spalle le difficoltà. E la rinascita grazie al lavoro. Oggi Ivan di Fiore fa parte dello staff della pizzeria di Errico Porzio, una delle più accorsate di Napoli, ed è proprio l'incontro con Porzio, come ha raccontato lo stesso giovane cameriere, a salvargli la vita e a dargli una possibilità di riscatto insperata.

 
«Ho frequentato un corso di formazione dove Errico era docente - spiega Ivan - e gli ho chiesto di darmi una possibilità. Da tre anni lavoro nella sua pizzeria e mi si sono aperte tante strade che prima non riuscivo nemmeno a sognare. Grazie a questo lavoro riesco ad aiutare la mia famiglia, ad andare avanti e posso fare qualche progetto per il futuro. Errico Porzio per me non è solo un datore di lavoro - riconosce - ma è un mentore, un uomo che mi ha istruito, un secondo padre».

Il vero padre Ivan lo perde all'età di 7 anni. All'epoca la famiglia faceva affidamento sull'aiuto economico dei nonni per tirare avanti. Poi la morte anche dei nonni. E Ivan, ancora giovanissimo, si ritrova addosso responsabilità enormi. «All'età di 16 anni lasciai la scuola e tiravo avanti facendo diversi lavoretti - racconta - ho fatto il portapizze e tante altre cose che però non sempre ci consentivano di arrivare a fine mese. E allora, nell'incoscienza dei miei sedici anni, ho fatto anche qualche piccola sciocchezza. Però quando mi ritrovavo da solo sentivo le responsabilità per le mie azioni e mi promisi di non voler più vivere così. Decisi quindi di iscrivermi al corso di Errico, una scelta che mi ha cambiato la vita».
 

Il giovane ha un certo riserbo nel rivelare particolari della sua tormentata storia familiare e di suo padre, morto durante uno scontro tra clan, ma quando parla di sua mamma e di suo fratello ha un moto d'emozione. «Mio fratello vive e lavora in Australia da qualche anno, dove ha coronato il sogno della sua vita - dice - mia madre con tutte le difficoltà che abbiamo sempre avuto non ci ha mai fatto mancare niente, sacrificandosi in ogni modo per la famiglia. Ero molto piccolo e non ho un ricordo nitido della vicenda di mio padre, non voglio giudicare - precisa - ma quello che so con certezza è che voglio fare scelte diverse dalle sue e dare ai miei figli la gioia di poter vivere e crescere godendosi il papà, cosa che io non ho mai potuto fare. Io non sogno di avere milioni e di essere famoso. Sogno una vita tranquilla e normale». «Scappare dalle responsabilità non porta proprio a nulla - aggiunge - importante è reagire bene e accettare i consigli di chi ti vuole bene. Il consiglio che do a chi ha avuto le mie stesse difficoltà è di cercare di reagire nel miglior modo possibile e guardare avanti sempre». Mentre Ivan parla Errico Porzio lo marca stretto. Un legame quotidiano che non somiglia nemmeno lontanamente alla rigidità di un rapporto tra dipendente e datore di lavoro ma che ha tutti i connotati di un rapporto familiare. «Il ragazzo inizialmente non mi fece una bella impressione al corso - spiega - perché era molto distratto e andava sempre a caccia di ragazze con le quali fare il simpatico. Fino a quando un giorno venne da me, mi raccontò la sua situazione e mi chiese una opportunità. Opportunità che fui ben contento di concedergli, come mi capita di fare spesso con ragazzi che vengono da contesti difficili come il suo. Oggi Ivan è il beniamino di tutti, un bambinone che qualche volta va rimproverato perché tende a distrarsi, ma un gran lavoratore. Del resto ha solo 24 anni ed è anche giusto che voglia prendere la vita con il sorriso. Ha una forza incredibile - prosegue ancora Porzio - che lo porterà molto lontano se lui lo vorrà». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino