Deleghe ai consiglieri, strappo di Agorà: «I poteri non bastano, non accettiamo»

Deleghe ai consiglieri, strappo di Agorà: «I poteri non bastano, non accettiamo»
Un patatrac politico di non indifferente portata per gli arancioni e per il sindaco Luigi de Magistris. Agorà - il gruppo di maggioranza di cui fanno parte Ciro Langella,...

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Un patatrac politico di non indifferente portata per gli arancioni e per il sindaco Luigi de Magistris. Agorà - il gruppo di maggioranza di cui fanno parte Ciro Langella, Nino Simeone, presidente della commissione Mobilità, e Carmine Sgambati - sbatte la porta in faccia all'ex pm e dice no alla delega sulla mobilità. Un braccio di ferro vero e proprio. Lo strappo era nell'aria e - come anticipato da Il Mattino - la giornata di giovedì è stata cruciale in questo senso. De Magistris in Consiglio comunale aveva annunciato la pubblicazione delle sue decisioni per l'assegnazione delle stesse deleghe. Per poi fare un passo indietro. Perché? L'ex pm aveva annusato l'aria e probabilmente colto il disagio di quelli di Agorà e ha sperato che la notte portasse consiglio, ma non è andata così. Anzi, la speranza che con l'assegnazione delle deleghe si chiudesse definitivamente il cosiddetto secondo tempo del rimpasto è rimasta tale. Alla fine solo due gruppi hanno accettato, vale a dire gli Sfasteriati con Maria Caniglia e Gabriele Mundo dei Riformisti democratici. Anche gli arancionissimi di demA hanno detto no. La cifra politica che ne viene fuori è la balcanizzazione della maggioranza. Ammesso che esista ancora.

 
Tra sindaco e Agorà, tra l'ex pm e i tre consiglieri è guerra. Ciro Langella chiarisce: «Pur ringraziando il sindaco della fiducia riposta in me - si legge in una nota a sua firma - e nel mio gruppo, prendo atto con stupore della pubblicazione del decreto sindacale, con il quale mi viene assegnata la delega in materia di politiche di mobilità urbana. La mia idea di mobilità, affinché possa dare risultati positivi alla cittadinanza e agli operatori del settore, non può prescindere dall'intendere come unitaria la materia della mobilità con i trasporti e quella parte di polizia municipale ad essa legata. E pertanto, dopo un confronto con il gruppo che rappresento, non posso accettare questo incarico così come è stato formulato». Insomma, il tema della polizia municipale è serio, mettere le mani anche su un solo pezzo dei vigili urbani, l'assessore di riferimento è Alessandra Clemente, significa toccare fili ad alta tensione. Non tanto per l'assessora, ma perché ci sono giochi sindacali ed equilibri tra le parti sociali e le alte sfere di Palazzo San Giacomo, un tale intreccio di poteri difficile da entraci dentro. Da Agorà poi arriva un attacco frontale a de Magistris e anche alla giunta: «Il sindaco deve decidere se continuare sul percorso amministrativo, in termini di mobilità e trasporto pubblico, intrapreso dall'assessore Mario Calabrese e company, oppure cambiare registro con il coinvolgimento del Consiglio comunale. Non voglio tituli, non mi interessano gradi militari, a me interessa risolvere gli enormi problemi della mia città. Se tutto va bene, allora lasci tutto così, se invece vuole cambiare registro deve fare scelte precise. Ripeto: è una scelta tutta sua. Io non potrò fare altro che prenderne atto». Insomma, volano gli stracci e anche qualcosa di più in maggioranza.

De Magistris - dunque - ha deciso di accelerare e andare avanti per la sua strada senza tentare ulteriori mediazioni con Agorà. Perché l'ex pm sta agendo così? La sostanza è che quelli di Agorà, in particolare Simeone, che è il presidente della commissione Mobilità, da mesi ormai hanno messo nel mirino Calabrese. Un ordinario a Ingegneria della Federica II vicinissimo al sindaco ma che certo non ha la bacchetta magica, per risolvere i problemi della mobilità e del trasporto pubblico quella ci vorrebbe. Né dal Consiglio comunale - e da Agorà - sono arrivati segnali decisi di sostegno quando in 4 hanno bloccato per settimane le funicolari con malattie multiple contemporanee. Oppure quando ci sono stati scioperi selvaggi di Anm. Anzi, quelle proteste, quegli scioperi hanno avuto il sapore quasi di un sabotaggio del servizio pubblico.


In questo contesto il 28 alle ore 14 si riunirà il Consiglio comunale con all'ordine del giorno due atti fondamentali per il futuro di Palazzo San Giacomo: l'approvazione del bilancio consolidato ovvero lo stato di salute delle partecipate. Al riguardo i Revisori dei conti già hanno deciso di non esprimersi sulla nuova riformulazione dell'assetto delle partecipate dopo il varo del nuovo piano di rientro. E in secondo luogo il riconoscimento dei debiti fuori bilancio. Agorà visto il clima sarà in Aula? Perché senza i 3 consiglieri comunali la maggioranza non c'è nemmeno aritmeticamente oltre che sul piano politico. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino