Evasori fiscali pentiti, la svolta del Comune di Napoli: «Due anni per pagare le tasse»

Evasori fiscali pentiti, la svolta del Comune di Napoli: «Due anni per pagare le tasse»
Siamo a giugno, in quel periodo la giunta guidata dal sindaco Gaetano Manfredi si appresta a varare il bilancio previsionale. Sono ore concitate, le risorse del “Patto per...

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Siamo a giugno, in quel periodo la giunta guidata dal sindaco Gaetano Manfredi si appresta a varare il bilancio previsionale. Sono ore concitate, le risorse del “Patto per Napoli” ancora devono stanziate e c’è preoccupazione, l’indice di riscossione del resto non arriva al 40%. In quei momenti l’assessore competente Pier Paolo Baretta, nella sua relazione al documento di previsione, annuncia che la «riscossione coattiva» vale adire la caccia ai morosi sarà affidata a una società esterna, insomma una sorellastra di Equitalia. Ma contestualmente, in Consiglio comunale, inizia a delineare anche una proposta di “conciliazione”. Vale a dire che in attesa che subentri la concessionaria esterna, aprire gli uffici a chi vuole mettersi in regola. 

Oggi a Il Mattino Baretta conferma e svela il piano. «Il recupero della riscossione - racconta l’assessore - è una delle priorità importanti del Comune per assicurare soldi che servono per migliorare i servizi che eroghiamo ai napoletani. Questa la premessa. La gara la assegneremo a fine anno chi vincerà avrà bisogno di un paio di anni per andare a regime. Allora in questo periodo che durerà fino al 2025 lanciamo il nostro “piano di conciliazione” che partirà a gennaio». Qual è il senso dell’operazione? «Chiediamo - spiega Baretta - ai napoletani che non lo hanno ancora fatto di mettersi in regola e farlo con noi. Capiamo il momento, il costo della vita è alto, così come quello delle bollette e per questo vogliamo andare incontro ai cittadini che però si devono mettere in regola penso alla riscossione per il Patrimonio, la Tari, l’Imu e le multe. C’è molto tempo a disposizione fino al 2025 li aspettiamo a Palazzo San Giacomo». 

Imu, Tari, Patrimonio e multe valgono la bellezza di 2,2 miliardi. Ultimo appello che vale per i furbetti, che non pagano nulla a prescindere e vivono in conflitto perenne con il fisco, ma vale anche e soprattutto per quella tipologia di napoletani - e sono migliaia - che i soldi per pagare le tasse davvero non ce li hanno. Un tema sociale che non sfugge all’assessore: «Sappiamo che c’è un alto tasso di morosità dove c’è disagio e lo terremo ben presente. Il “Piano di conciliazione” vuole dare una immagine del Comune dal volto umano perché così stanno le cose. Però sappiamo anche che c’è una cultura del non pagare il fisco. L’opzione che mettiamo in campo vale prima della partenza della riscossione coattiva». In cosa consiste la conciliazione? Nell’utilizzo di tutti gli strumenti che la legge mette a disposizione, a partire dalle dilazioni di pagamento. «Istituiremo una task force dedicata. Rinforzeremo gli uffici grazie alle assunzioni previste dal “Patto per Napoli”. È un lavoro impegnativo, il nostro vuole essere un messaggio positivo alla città: il Comune ha un volto amico. Sapremo distinguere tra le emergenze sociali e una cronica infedeltà fiscale. I cittadini che pagano regolarmente le tasse possono accettare un’attenzione particolare a comprovate situazioni di disagio, ma non un’evasione generalizzata», conclude Baretta. Cosa significa? Che il pagatore in difficoltà potrebbe godere di una dilazione più lunga o - se sussistono i presupposti - una riduzione della gabella.  

Come stanno allora le cose? La percentuale di riscossione dell’Imu è al 28%, il mancato incasso negli ultimi 5 anni è di 310 milioni. La Tari, la tassa sui rifiuti, ha una riscossione che si attesta sul 38%, la pagano meno di 4 napoletani su 10 e la perdita è di 816 milioni. Passiamo al Patrimonio, ovvero ai canoni che il Comune non riscuote per i suoi immobili. La riscossione è al 15%, la perdita secca è di 264 milioni. Infine, le contravvenzioni al Codice della strada, ovvero le multe, la percentuale di riscossione è al 2% e il segno meno in bilancio è di 830 milioni. Il totale è di 2,2 miliardi. 

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Il Mattino