Napoli, Venere degli stracci bruciata: borsa rossa e bianca ha incastrato il clochard

La mattina dell'incendio l'indagato ha sostato per 15 secondi davanti all'opera

La "Venere degli stracci" in fiamme
Poco prima che la «Venere degli stracci» prendesse fuoco in piazza Municipio a Napoli, solo due persone si sono avvicinate all'installazione di Michelangelo...

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Poco prima che la «Venere degli stracci» prendesse fuoco in piazza Municipio a Napoli, solo due persone si sono avvicinate all'installazione di Michelangelo Pistoletto: una donna che fa jogging, la quale non passa a distanza ravvicinata e solo per due secondi, e Simone Isaia, il senza fissa dimora arrestato dalla Squadra Mobile partenopea, che invece devia il suo percorso e resta per 15 secondi - dalle 5.18 e 12 secondi alle 5.18 e 27 secondi - davanti alla Venere prima che le fiamme si propaghi.

La circostanza è tra quelle che hanno fatto ritenere sussistenti al giudice Ambra Cerabona i gravi indizi di colpevolezza raccolti dagli agenti della Mobile, coordinata dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini, nei confronti del clochard che ora è in carcere con l'accusa di incendio doloso e distruzione di bene di rilevante importanza culturale.

Altri elementi di rilievo sono stati l'ammissione dell'indagato di essersi avvicinato (anche se Isaia nega di aver innescato l'incendio) e i suoi vestiti, nonché una borsa rossa con una scritta bianca che viene immortala dai sistemi di videosorveglianza. Isaia indossava gli stessi indumenti dell'individuo immortalato in piazza Municipio e in particolare la stessa borsa, e lo stesso zaino, quando è stato rintracciato e fermato dai poliziotti in un centro di accoglienza.

Per il giudice la condotta dell'indagato avrebbe avuto «intrinseca potenzialità offensiva» in quanto il materiale dell'opera «altamente infiammabile» (vestiti) e la velocità con la quale l'incendio si è propagato in una zona, piazza Municipio, altamente frequentata, avrebbe potuto causare danni all'incolumità pubblica.

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Il Mattino