Bambina ferita a Napoli, tre indizi contro il killer: ecco i fermo-immagine

Bambina ferita a Napoli, tre indizi contro il killer: ecco i fermo-immagine
Un casco nero con un simbolo bianco a forma di «elle», una maglietta marca «off white» con una vistosa croce gialla sulla schiena, le scarpe nere con una...

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Un casco nero con un simbolo bianco a forma di «elle», una maglietta marca «off white» con una vistosa croce gialla sulla schiena, le scarpe nere con una particolare zigrinatura. Sono solo alcuni degli indizi che vengono contestati ai due fratelli Armando e Antonio Del Re, nel corso dell’inchiesta che li tiene in cella grazie al vaglio dei gip di Siena e di Napoli. Indizi che vengono calati in un fascicolo zeppo di immagini, tutte ricavate dalle telecamere in città, frame destinati a rappresentare il fulcro del processo sul ferimento della piccola Noemi.

 
E partiamo proprio dalle immagini del giorno dell’agguato - è il tre maggio scorso - ci sono fotografie del prima e dell’immediatamente dopo l’agguato. C’è una stranezza, un punto controverso, che riguarda il look di Armando Del Re, vale a dire l’uomo indicato come responsabile materiale del ferimento di Nurcaro, della piccola di 4 anni e della nonna. 
 
Seguiamo il ragionamento degli inquirenti: il tre maggio, Armando Del Re compare in tre frame ritenuti decisivi. Nel primo frame ha una felpa con il cappuccio, di colore grigio, mentre è seduto sul sellino posteriore della moto Honda che viene guidata dal fratello Antonio. 

Sono le 15.53 di due venerdì fa, da Secondigliano i due fratelli raggiungono piazza Poderico; altro frame, invece, è delle 16.59 dello stesso giorno, quando c’è già stata la sparatoria di piazza Nazionale: in questo caso, Armando Del Re viene inquadrato alla guida della Benelli gialla rubata, interamente vestito di nero, nella zona di via Liguori; alle 17.04, invece, la Benelli gialla è nella zona di Secondigliano, dove il killer viene immortalato sempre di spalle, ancora una volta con una felpa grigio chiara. C’è stato un travestimento? Il killer ha gettato via il giubbotto nero che si vede nel video di piazza nazionale o cosa? 

Spiega il gip Buccino Grimaldi: «Armando Del Re, quando si dava alla fuga alla guida del motociclo Benelli si liberava del casco e del giubbotto di colore scuro mostrando il medesimo abbigliamento - e segnatamente una felpa di colore chiaro con cappuccio - di già rilevato dalle immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza nella stessa data del 3.5.2019 nel mentre egli si trovava a bordo del motociclo di tipo Honda condotto dal di lui fratello Del Re Antonio». Insomma, era vestito a strati, secondo il gip, a sfoglia di cipolla e si sarebbe liberato del giubbotto nero. 

Difeso dal penalista Claudio Davino, sabato scorso, Armando Del Re ha provato a fare chiarezza sulla storia del cambio di look: «Mi riconosco in alcune foto che mi mostrate, quelle in cui mi inquadrano vestito di nero in sella alla moto di mio fratello, mentre non ho mai indossato una felpa grigia. Non sono io comunque in sella alla Benelli gialla». Difeso dai penalisti Antonella Genovino e Leopoldo Perone, Antonio Del Re ieri si è avvalso della facoltà di non rispondere, in uno scenario investigativo che si è arricchito anche di altri particolari. Quali? Il casco, le scarpe, la maglietta. 

Partiamo dalla maglietta, che viene trovata in casa di Armando Del Re domenica 5 maggio, nel corso di un blitz finalizzato a portare il 29enne in Questura, per una prima audizione: «Sul tavolo della cucina, due giorni dopo gli spari di piazza Nazionale, il personale operante aveva modo di osservare sul tavolo della cucina indumenti appena lavati, tra cui spiccava una maglia di colore nero marca Off White identica a quella indossata il primo maggio Antonio Del Re.


Poi ci sono le scarpe di Armando che vengono inquadrate e fotografate prima e dopo il delitto, finanche quando viene condotto in Questura per un normale controllo, dove verrà filmato e fotografato. Stessa attenzione investigativa sul casco usato da Antonio Del Re, un indizio che viene ritenuto utile per dimostrare la presenza del 18enne in una attività di appostamento finalizzata a uccidere Salvatore Nurcaro, in quel maledetto pomeriggio in piazza Nazionale.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino