La provocazione social dei medici: «Niente barelle, accendete il cervello»

La provocazione social dei medici: «Niente barelle, accendete il cervello»
«La situazione dei pronto soccorso partenopei è al collasso e non ci sono barelle». A dirlo non sono i pazienti che attendono ore prima di essere sistemati...

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«La situazione dei pronto soccorso partenopei è al collasso e non ci sono barelle». A dirlo non sono i pazienti che attendono ore prima di essere sistemati sulle lettighe mobili, dove rimangono per settimane. Stavolta, a parlare e denunciare la situazione emergenziale della sanità napoletana sono medici, infermieri e autisti del 118.


«Alle soglie del picco influenzale la situazione dei nosocomi partenopei è caratterizzata da una saturazione insostenibile--spiegano i sanitari riuniti nell’associazione ‘Nessuno tocchi Ippocrate “ - non ci sono barelle e le persone sono ricoverate ovunque». I dati registrati negli ultimi due mesi, riflettono senza dubbi la situazione descritta dal personale del servizio di emergenza territoriale. Naturalmente si tratta di ricoveri impropri dal momento che il pronto soccorso non è un reparto che prevede il ricovero come invece accade perché i sanitari si trovano costretti ad utilizzare tutti gli spazi ospedalieri a disposizione.

Basti pensare che, la scorsa settimana, nel presidio Vecchio Pellegrini risultavano ricoverati in barella all’interno del pronto soccorso, 14 pazienti mentre all’ospedale San Giovanni Bosco, sempre nei locali del pronto soccorso e su barelle, si è arrivati a un picco di 30 ricoveri. In entrambi i casi, nei pronti soccorso, il personale lavora con turni in sotto organico ed un numero insufficiente di infermieri e medici rispetto agli accessi giornalieri.

«Le barelle delle ambulanze 118 vengono trattenute per ore ed ore dal personale ospedaliero perché non c’è altro posto dove far distendere i pazienti--spiegano ancora i sanitari - ma c ‘è anche un abuso dei pronto soccorso infatti ricordiamo all'urenza che per una banale sindrome influenzale è inutile chiamare il 118 o precipitarsi in ospedale, basta il medico di base, e quando quest’ultimo non è in servizio l’ex guardia medica”.


L’associazione ‘Nessuno tocchi Ippocrate “ oltre a diffondere un vademecum con le informazioni sui casi di emergenza per cui contattare il 118, ha anche  lanciato una provocazione sui social. «Se anche tu vuoi che in ospedale ti accolga una barella accendi il cervello e chiamaci solo in caso di emergenza che sia vera emergenza » si legge sulla pagina Facebook dell’associazione. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino