Un confronto tra istituzioni e tecnici, tassativamente online, per affrontare uno dei punti delicati della cosiddetta fase 2 dell'emergenza coronavirus: la sanificazione e la...
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L’iniziativa è stata organizzata con l’obiettivo di informare e aggiornare gli addetti ai lavori, l’opinione pubblica e le autorità preposte sullo stato dell’arte dei metodi chimici e fisici adeguati per la disinfezione e la sanificazione sia degli ambienti di lavoro sia di quelli domestici.
«Abbiamo chiarito, spazzando via il campo da leggende e fake news che corrono in rete, il significato delle indicazioni operative previste nei vari protocolli di intesa come ad esempio, la pulizia generale e la sanificazione periodica», ha affermato Biagio Naviglio. Durante la prima fase della gestione dell’emergenza COVID-19 un ruolo fondamentale è stato svolto da tutte le professioni sanitarie, ma in particolar modo da medici e infermieri. Nella cosiddetta fase 2, che prevede la graduale riapertura di tutte le attività produttive e commerciali per un ritorno alla normalità, anche la professione del chimico e del fisico assume un rilievo fondamentale, soprattutto nell’ambito delle norme che attuano le misure precauzionali e di contrasto alla diffusione del contagio negli ambienti di lavoro».
«Interventi - afferma Rossella Fasulo - che non possono essere lasciati al caso o in mani inesperte. Al riguardo è opportuno sottolineare che negli ultimi giorni le intossicazioni da prodotti chimici disinfettanti sono notevolmente aumentate. Il chimico e il fisico sono professionisti sanitari da coinvolgere nella gestione delle misure di prevenzione da adottare in ambiente di lavoro e di vita per non andare incontro a incidenti di percorso».
I protocolli di sicurezza sanitaria prevedono interventi di pulizia e sanificazione dei locali e particolari precauzioni igieniche che richiedono l’uso di prodotti chimici, di mezzi fisici e la gestione dei DPI (Dispositivi Protezione Individuali). Necessitano quindi competenze specialistiche in ambito sanitario, analitico ed ambientale. Nel corso del seminario si è sottolineata l’importanza di una corretta formazione sul fattore chimico e fisico circa l’uso e la gestione delle mascherine (Dispositivi di Protezione Individuali), in base al livello di rischio dell’attività produttiva. Lo stesso smaltimento dei DPI da parte dei professionisti del settore può essere un contributo «sostenibile» nelle fasi che ci accompagneranno fuori dall’emergenza. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino