Sempre più vicina l'anticipazione di 200 milioni per pagare i fornitori, rinegoziazione dei mutui, patto immobiliare su Albergo dei Poveri e le Terme di Agnano e...
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L'amministratore delegato di Cdp chiarisce molte delle questioni in campo: «Sull'anticipazione dei 200 milioni - racconta Palermo - stiamo per chiudere le pratiche e siamo fiduciosi: l'obiettivo è supportare gli enti locali e il Comune ha colto subito l'opportunità visto che stiamo firmando anche questo protocollo». Quanto agli investimenti immobiliari Palermo ricorda che «CdP è impegnata con un progetto di 60 milioni sulla ex Manifattura tabacchi, per gli altri immobili, a iniziare dal'Albergo dei Poveri che vale 122 milioni stiamo valutando le pratiche, cercheremo soluzioni di valorizzazioni» appunto operazioni di «federal building». E questo riguarda pure il porto - il protocollo è stato firmato dal presidente Pietro Spirito - con al questione dei Magazzini generali, che saranno sede del Museo del mare e di un polo universitario. Per Palermo la funzione dello sbarco «è la valorizzazione di questi asset che devono avere un impatto sul territorio per farlo crescere e aiutare le tante imprese che ci sono». L'amministratore delegato non trascura l'area ex Italsider: «Bagnoli non è nel protocollo ma è uno dei temi di discussione».
Al netto dell'anticipazione di liquidità da 200 milioni la vera partita è la rinegoziazione del debito che il Comune ha con Cdp, pratica che Palermo sta valutando e che probabilmente andrà a buon fine. Per capire l'entità della posta in gioco basta guardare l'ultimo bilancio del Comune. Il debito complessivo è di 1,700 milioni, quello solo con Cdp è di 700 milioni, quasi la metà. Rinegoziare significherebbe abbattere gli interessi e forse dilatare anche i tempi di pagamento.
Decisamente soddisfatto il sindaco: «È un atto - racconta - quello che abbiamo firmato, pieno di concretezza e di visione strategica. Dà contezza di quanto Napoli sia proiettata in una prospettiva di sviluppo». Reduce da Milano, dove l'asse con il sindaco meneghino Beppe Sala è stato consolidato ricambiando la visita del 26 febbraio, l'ex pm torna a parlare di questa esperienza: «Non c'è una prima e una seconda tra Napoli e Milano, il bello dell'incontro con Sala è questo: entrambe le città hanno punti di contatto e di differenze, di forza e di debolezza. Una relazione che incuriosisce e darà nuovi frutti nei prossimi mesi quando ci saranno iniziative culturali e sportive tra le due città». Il messaggio che arriva dall'asse Napoli-Milano per de Magistris è anche politico: «Le città sono un forte motore di sviluppo, i sindaci conoscono bisogni e desideri delle persone. Milano e Napoli hanno sindaci, che proprio i milanesi hanno definiti anomali, dicono al Paese che deve finire la stagione dei tagli alle città». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino