Coronavirus a Napoli, guarito il re delle sfogliatelle: «Vi racconto il mio incubo»

«Oggi finalmente sono tornato a casa, ma sono felice di poter raccontare l’esperienza vissuta, assistito da medici e infermieri che sono stati i miei angeli»....

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«Oggi finalmente sono tornato a casa, ma sono felice di poter raccontare l’esperienza vissuta, assistito da medici e infermieri che sono stati i miei angeli». Salvatore Ferrieri, patron di SfogliateLab in piazza Garibaldi e autore della “sfogliacampanella” (una riccia a forma di campana col babà all’interno), 71 anni, è guarito dal Coronavirus: «Forse sono stato contagiato dai tanti che arrivavano dalla Lombardia oltre un mese e mezzo fa,  chi può dirlo? Poi il 20 marzo sono iniziate febbre alta e tosse e ora dopo 30 giorni al Loreto Mare è finito il mio calvario».


Dalla voce è palesemente stanco e adesso dovrà stare a riposo fino alla riapertura del negozio, ma Salvatore non dimentica i giorni trascorsi nel reparto destinato ai malati di Coronavirus al Loreto Mare. «Ho vissuto 30 giorni terribili per il virus che avevo contratto - racconta - ma non dimentico chi mi ha fatto sentire come a casa. A partire dal direttore sanitario, ai medici e agli infermieri fino agli inservienti. Sono tutti come una grande famiglia che ti ascolta, ti coccola e ti accudisce in un momento così drammatico». L’incubo del maestro pasticcere era iniziato il 20 marzo con i primi sintomi: «avevo febbre e tosse, che in pochi giorni sono aumentati. All’inizio sono stato portato al San Paolo, dove sono rimasto solo due giorni. Poi mi hanno dovuto trasferire al Loreto, dove sono rimasto chiuso in una stanza per un mese insieme a un altro paziente. Un’esperienza dura da affrontare, con gli affetti familiari lontani. Sentivo i miei 5 figli solo con videochiamate o messaggi su WhatsApp, grazie alle premure di chi si prendeva cura di me e degli altri ammalati. Persone che ci hanno trasmesso la loro umanità attraverso gli occhi, gli unici che riuscivamo a vedere da quelle mascherine».
 

Finanche nel giorno di Pasqua agli ammalati di Covid è stato regalato un sorriso: «lo staff infermieristico con la caposala ci ha portato uova di cioccolato e i figli di alcuni dottori ci hanno mandato letterine di auguri. Momenti di gioia che non dimenticherò in quel momento terribile della mia vita». Adesso Ferrieri si prepara alla riapertura del suo locale nel cuore pulsante della città, piazza Garibaldi: «Dovrebbe essere il 18 maggio, per ora starò a casa almeno altri 10 giorni. Ma sono pronto a tornare a sfornare sfogliatelle per napoletani e turisti, insieme ai miei figli e a tutto il nostro staff». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino