Patenti nautiche false a Napoli: scandalo test fantasma per Koulibaly, Ghoulam e Callejon

Patenti nautiche false a Napoli: scandalo test fantasma per Koulibaly, Ghoulam e Callejon
Tre calciatori azzurri avrebbero ottenuto la patente nautica, senza aver mai sostenuto l’esame. Avrebbero portato a casa la licenza di veleggiare nelle acque del Golfo,...

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Tre calciatori azzurri avrebbero ottenuto la patente nautica, senza aver mai sostenuto l’esame. Avrebbero portato a casa la licenza di veleggiare nelle acque del Golfo, senza prepararsi a sostenere il test più temuto, quello che ti colloca al timone di una imbarcazione per realizzare manovre e evoluzioni a mare. È così che tre glorie della storia recente del calcio Napoli finiscono nell’inchiesta sulle patenti nautiche comprate: si tratta di Koulibaly, Ghoulam e Callejon, i cui nomi sono finiti al centro di un’inchiesta dai grandi numeri, sul presunto mercimonio di patenti di guida automobilistiche e nautiche. Sono trentuno gli avvisi di chiusa inchiesta a carico di ex funzionari o direttori della motorizzazione civile, direttori di scuola guida e faccendieri, al termine delle indagini condotte dalla Procura di Napoli. E sono oltre 600 le patenti sospette, documenti che potrebbero essere addirittura invalidati dopo le dovute verifiche amministrative. Tra queste centinaia di patenti spuntano i nomi dei tre calciatori del Napoli (o freschi «ex» del club azzurro), che vengono indicati come beneficiari di favori da parte di funzionari della Motorizzazione civile e faccendieri ben inseriti in questo settore. 


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Corruzione e falso sono le accuse mosse da parte della Procura di Gianni Melillo, al termine delle indagini del pm Cristina Curatoli e del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, sulla scorta degli accertamenti condotti dei carabinieri del nucleo investigativo di Caserta. Ma restiamo ai tre assi che hanno vestito la maglia azzurra. Non sono destinatari di atti garantiti, ma risultano comunque coinvolti in un filone di inchiesta che investe Giovanni Di Meo, ex direttore della Motorizzazione. Stando a quanto si legge nell’avviso di chiusa inchiesta, Di Meo «garantiva una seduta di esame pilotata», designando come esaminatore Antonio Marotta: fatto sta che solo in modo apparente i tre calciatori avrebbero sostenuto la prova pratica di guida. Anzi. Sul punto i pm sono chiari, distinguendo anche il modo in cui sarebbe avvenuta la massa in scena: Koulibaly e Ghoulam si sarebbero recati a fare la prova, senza però sostenerla, rimanendo sul posto per qualche minuto; mentre Callejon non si sarebbe invece neppure scomodato, vedendosi recapitata a casa la patente nautica senza neppure incontrare i propri esaminatori. Stando a quanto emerso dalle indagini, Koulibaly avrebbe approfittato di questo andazzo anche per definire le pratiche della patente automobilistica, presentandosi nel giorno del test, ma lasciando la commissione solo dopo qualche minuto. 
 

Un’inchiesta che risale a qualche anno fa (dal 2014 al 2017 i fatti in esame), i tre calciatori avranno modo di fornire un contributo di chiarezza nel corso del prosieguo, a partire dal rapporto con il presunto facilitatore, che li avrebbe messi in contatto con esaminatori e funzionari della Motorizzazione civile. Si parte da una domanda: cosa avrebbero avuto in cambio dirigenti e esaminatori nel garantire un trattamento riservato ai tre calciatori? Un punto non ancora esplorato, che rimanda a più generiche «utilità» che sarebbero state assicurate dai tre vip dopo aver acquisito il diritto a maneggiare il timone. Diverso invece il quadro che investe le altre centinaia di beneficiari, tanto che agli atti spunta una sorta di tariffario che sarebbe stato applicato per garantire patenti nautiche e automobilistiche a soggetti incapaci di sostenere i quiz e i testi pratici: si va dalle 1.000 alle 1.500 euro, alla volta, un fiume di denaro che sarebbe finito nelle tasche degli organizzatori dell’affaire, anche se su livelli differenti. Stando a quanto emerso finora, sono tanti i cittadini stranieri che hanno pagato per ottenere le licenze di guida, alimentando non pochi problemi per quanto riguarda la questione della sicurezza. Vale la pena infatti di ricordare che una patente di guida viene riconosciuta nella comunità europea come un documento di identità a tutti gli effetti, oltre a consentire di condurre veicoli che possono trasformarsi in pericoli pubblici. Verifiche in corso, centinaia di documenti da passare al setaccio, mentre un intero mondo di relazioni (tra professionisti, manager e sportivi) rischia di finire ora sotto processo.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino