«Mi assumo la responsabilità politica di quanto è successo, a differenza di quanto hanno fatto altri in passato. Ma mi dimetto solo se lo fanno tutte le...
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Non ci aveva scommesso nessuno, invece Valeria Valente si presenta all'hotel Ramada all'assemblea provinciale dem. Intorno a lei il vuoto, con accanto solo Maria Fortuna Incostante, giacca nera su maglione a collo alto nero a testimoniare un umore nero. «Sono dispiaciuta, rammaricata per le persone vittime inconsapevoli coinvolte: i cittadini candidati a loro insaputa, i candidati della lista per scelta e chi ha lavorato nel comitato percepito ora come comitato degli imbroglioni. Ho subito attacchi personali oltre ogni misura e più duri dai miei compagni di partito. Ci sono responsabilità politiche enormi, passate e recenti e non ho mai sentito questo tipo di assunzione di responsabilità».
Valente rifiuta le dimissioni da capogruppo al Comune: «Ci si dimette quando non si ha la coscienza a posto ma se il Pd mette in discussione tutte le cariche istituzionali e di partito - spiega, riferendosi alle dimissioni dei segretari provinciale e regionale, e dei capogruppo alla Regione e alla città metropolitana - lo faccio. Ma non si metta in dubbio la mia onestà». La deputata ricostruisce i problemi organizzativi del suo comitato, le risorse insufficienti («ho chiesto aiuto anche a chi era contro di me alle primarie, ma non me lo ha dato»), la questione delle presidenze delle Municipalità. «Mi prendo le mie responsabilità - conclude - dopo che in passato altri non lo hanno fatto anche per fatti ben più gravi».
Il riferimento è a Bassolino. Che era intervenuto poco prima con un discorso capace di catturare attenzione e applausi: «Pensiamo di andare avanti in Consiglio comunale e in città come se non fosse successo nulla? Siamo pazzi? - la domanda - Mi sarei aspettato di vedere una piena corresponsabilità di Renzi perché ci sono state scelte su Napoli dettate da logiche di corrente romane. Ho letto: Saremo inflessibili - dice citando la dichiarazione di venerdì del vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini - un linguaggio che mi ricorda useremo il lanciafiamme di Renzi. Intanto il Pd si è quasi suicidato, ci siamo sfracellati. Organizziamo il congresso, apriamoci ad altre forze, ma stiamo attenti: per le tessere siamo sicuri che non siano come le firme false?». Bassolino, poi, quasi salta sulla sedia quando il consigliere comunale Aniello Esposito racconta: «Sono stato chiamato a Roma e forzato a sostenere Valeria Valente, ma dopo sono stato leale». «Ecco - alza la voce l'ex sindaco - almeno c'è uno che lo ammette». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino