Ripulire 50mila ettari di fondali marini. Un obiettivo ambizioso che si potrà realizzare grazie a una sinergia tra le quattro aree marine protette della Campania, cinque...
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Insieme l'Area Marina Protetta di Punta Campanella, quella del Regno di Nettuno, quella di Costa degli Infreschi e Castellabate e il Parco del Cilento: tre mesi di attività intensa (il progetto si concluderà il prossimo 30 novembre) che coinvolgeranno qualcosa come quattrocento imbarcazioni da pesca impegnate a rimuovere dal mare tutti i rifiuti raccolti nelle reti ma anche plastica galleggiante e attrezzature da pesca abbandonate nei fondali. «È una sfida unica nel suo genere - sottolinea Antonino Miccio, direttore delle Aree marine protette di Punta Campanella e Regno di Nettuno - perché mette insieme soggetti istituzionali e chi il mare lo vive ogni giorno come i nostri pescatori». E infatti con le quattro aree marine protette della regione lavoreranno insieme a le cinque associazioni di categoria della pesca. «Tutti insieme - aggiunge Miccio - formiamo la grande rete che vuole ripulire il mare della regione dai rifiuti e sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità della risoluzione di un problema ormai non più rinviabile».
Il progetto ha anche il patrocinio del ministero delle Politiche agricole e forestali. Già da qualche tempo, infatti, la pratica di riportare a terra i rifiuti trovati in mare - per poi smaltirli secondo i criteri della differenziata - si sta diffondendo, grazie anche al decreto salvamare del ministro dell'Ambiente Sergio Costa. Fondamentale anche l'ausilio della Guardia Costiera che collaborerà - come ha assicurato l'ammiraglio Pietro Vella, direttore marittimo della Campania e presidente dell'Amp Regno di Nettuno - per la migliore riuscita dell'iniziativa. «La sinergia tra tanti soggetti - aggiunge Miccio - rappresenta una assoluta novità nel panorama nazionale. Sì, è vero, l'utilizzo delle imbarcazioni da pesca per raccogliere rifiuti in mare è per fortuna pratica già invalsa. Ma lavorare tutti insieme a un unico progetto rappresenta un modo nuovo di incidere sulla politica ambientale. Insomma non solo iniziative sporadiche o parole, ma fatti concreti, con risultati concreti».
Il progetto è molto articolato. I pescatori si occuperanno anche della selezione del materiale recuperato e della consegna alle aziende che si occupano dello smaltimento dei rifiuti nei vari ambiti comunali. Le imbarcazioni saranno attrezzate con apposite «bag», grandi borse per raccogliere i rifiuti «pescati» durante le quotidiane attività di pesca. Sarà fornito anche un kit per lo smaltimento. Una volta nel porto, i rifiuti saranno consegnati alle società di smaltimento. Le attività saranno accompagnate da stage di informazione e formazione rivolte ai pescatori ma anche attività di sensibilizzazione rivolte ai cittadini. L'Area Marina Protetta di Punta Campanella è capofila del progetto; le Amp Regno di Nettuno e il Parco Nazionale del Cilento con le Amp Costa degli Infreschi e Castellabate i partner, insieme alle associazioni di categoria della pesca. «In campo, o meglio, in mare - aggiunge Miccio - ci saranno centinaia di pescherecci che, oltre alle quotidiane attività di pesca, recupereranno rifiuti su di un'area che va dal Cilento alla Penisola Sorrentina, dalla Costiera Amalfitana sino ad Ischia e Procida. Ma non si tratta solo di una grande operazione di pulizia. Il nostro intento è anche la sensibilizzazione e per questo abbiamo coinvolto in primis i pescatori e poi le comunità interessate. Remare apre la strada ad altre iniziative del genere a tutto vantaggio del nostro ecosistema. E siamo certi che i benefici piano piano di estenderanno su tutto il territorio nazionale». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino