Un appello lanciato sui social. Una richiesta che non sta passando inosservata e sta vedendo impegnate centinaia di persone che con consigli e condivisioni stanno provando ad...
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Una storia da romanzo, dove non mancano omissioni, depistaggi e tante bugie. Le poche informazioni certe fissano Pianura come luogo della nascita del piccolo, avvenuta tra il dicembre 1950 e il febbraio 1951. Questo intervallo di tempo è legato a due documenti ritrovati che riportano date di nascita differenti pur mantenendo il nome del nascituro immutato ovvero Giorgio Giuseppe Luigi. Un'anomalia burocratica che potrebbe avere diverse spiegazioni anche borderline con l'illegalità, purtroppo molto comune in quegli anni e in certi contesti sociali.
«Mia nonna prima di sposarsi con mio nonno Vincenzo Carandente Coscia, ha dato alla luce un bambino avuto da un altro uomo. Di questo piccolo non abbiamo né foto né notizie su dove sia fnito, perché mia nonna ha sempre glissato sull'argomento e quando il desiderio di mio padre di conoscere il fratello si è fatto più forte, gli ha dato notizie contraddittorie, prima di morte (ma il certificato e la tomba non esistono), poi di adozione (e anche in questo caso i documenti non esistono). I rapporti con lei diventarono tesi al punto da urlargli di smetterla di cercarlo».
Pianura a quei tempi era un piccolo centro urbano, dove tutti si conoscevano e questa vicenda doveva essere nota a tanti. «Eppure molti anziani continuano a tenere la bocca cucita, a non voler fornire informazioni su quel bambino anche se emerge che della vicenda sanno qualcosa. Ma non ci fermiamo: per questo abbiamo pubblicato sui social la foto di mio padre com'è oggi, e com'era da piccolo, sperando che qualcuno che è stato adottato si riconosca o i suoi amici individuino una somiglianza. Dovrebbe avere meno di 70 anni e può anche essere che non sappia nulla delle sue origini, del fatto che è stato adottato. Inoltre, ci appelliamo anche ai pianuresi coi capelli bianchi, che sanno ma che non vogliono esporsi: inviateci le informazioni che cerchiamo anche anonimamente, permettete a due fratelli di conoscersi e volersi bene» dichiara Roberta Carandente Coscia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino