"Sono inquietanti le parole del sindaco di Pimonte, Michele Palummo, che nella puntata de 'L’aria che tira' del 3 luglio ha liquidato lo stupro di gruppo su una...
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E' di pochi giorni fa la notizia che la 15enne si è trasferita in Germania con la sua famiglia dopo che al gruppo di ragazzi accusati della violenza i giudici hanno concesso la messa in prova nello stesso comune di Pimonte. "Dalla condanna in poi la comunità, anzicché stringersi intorno a lei, l’ha stigmatizzata ed esclusa socialmente per un danno che lei ha subito e non perpetrato, come ha avuto modo di constatare il garante per l’infanzia e l’adolescenza della Campania, Cesare Romano". Ieri in tv il sindaco di Pimonte Michele Palummo, da poco rieletto primo cittadino nella tornata elettorale dello scorso mese di giugno, ha minimizzato la violenza derubricandola ad una bravata.
"E’ sempre così: laddove una donna, in questo caso una bambina, denuncia una violenza sessuale, è lei a pagarne le conseguenze non solo per lo stupro subito, ma per l’additamento collettivo, come se fosse andata a cercarsela. E’ già successo ad Anna Maria Scarfò a Taurianova e a una tredicenne a Melito Porto Salvo in Calabria o durante il processo per stupro ai danni di una quindicenne a Montalto di Castro nel viterbese. Fin quando le istituzioni, come nel caso del sindaco di Pimonte, liquideranno la violenza sulle donne come una ragazzata, e gli adolescenti del nostro paese non affronteranno un percorso di educazione sentimentale condiviso tra famiglia e scuola, non possiamo che aspettarci che la storia si ripeta".
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Il Mattino