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Oggi in città è stata celebrata la memoria di Sergio De Simone, giovane napoletano deportato ad Auschwitz, tra le vittime dell'Olocausto. In un altro punto di Napoli, invece, gli operai lavorano per riqualificare il parco comunale a lui intitolato. Il “polmone verde", ubicato nel cuore di Ponticelli, quartiere nella zona orientale, ritorna a vivere grazie agli interventi finanziati dalla Regione Campania.
Il lavoro svolto in meno di venti giorni - con il “cantiere” aperto lo scorso 7 gennaio - mostra già i suoi primi frutti. Tutte le aiuole del bene comunale, formalmente affidato alla municipalità di Napoli Est, sono state ripulite dal verde infestante dopo anni di mancata manutenzione ordinaria e straordinaria, ad eccezione di interventi spontanei e d'urgenza. Rimossi anche fogliame, fango e rifiuti tra vialetti e sentieri del parco realizzato qualche anno dopo il terremoto del 1980 nello spazio a ridosso della storica scuola e della sua antica basilica. Si immaginava uno spazio per lo svago e il divertimento per giovani, e non solo, in un'area particolarmente popolosa.
Il progetto in corso - inserito nel Poc Campania 2014-2020 - è particolarmente ambizioso.
Si lavorerà anche per assicurare maggiore sicurezza nei ventiquattromila metri quadrati di verde: un punto cruciale visti i danni di vandali e delinquenti negli ultimi mesi e anni. Si prevede la vigilanza sia tramite gli operatori sia con l'installazione di un impianto di videosorveglianza. In particolare, saranno installati diversi “occhi elettronici” fissi in grado di coprire l'intera superficie del parco, collegati alla centrale operativa e controllate dalla polizia municipale. Negli atti si evidenzia che si interverrà anche per la manutenzione dell'impianto di irrigazione, fuori uso da anni, e dell'impianto di pubblica illuminazione, danneggiato e totalmente da ripristinare.
Ulteriori risorse sono indispensabili per riconsegnare piena vivibilità al parco di Ponticelli: mancano i bagni, la pista di pattinaggio è in pessime condizioni, la piramide in cemento e ferro mostra importanti segni di usura, non ci sono più fontane e mancano addirittura i cartelli che indicavano la denominazione della struttura al piccolo Sergio ricordato, appunto, oggi a Napoli.
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