Un verbale della commissione ancora formalmente segreto, che sarebbe stato consegnato al responsabile di un importante gruppo di armatori. Un documento formalmente top secret, non...
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Una sorta di giallo, sul quale è probabile ci siano verifiche e incroci di testimonianze a stretto giro. Inchiesta nata dalle indagini di Henry John Woodcock, condotta in questi anni dai pm Ida Frongillo e Valeria Sico, sotto il coordinamento dell'aggiunto Vincenzo Piscitelli e dello stesso procuratore Gianni Melillo, sono centinaia le intercettazioni agli atti.
Decisivo in questi anni il lavoro di pg degli uomini della Guardia Costiera, che hanno fatto emergere uno spaccato di tangenti e di presunte collusioni tra pubblico e privato. Sono agli arresti domiciliari Gianluca Esposito (difeso dai penalisti Lelio Della Pietra e Mario Mele), Pasquale Loffredo, Pasquale Ferrara (quest'ultimo difeso dal penalista Francesco Cedrangolo), Pasquale Sgambati, Giovanni Esposito, Alfredo Staffetta, mentre è sottoposto a un anno di interdizione dai pubblici uffici il segretario Squillante (per quest'ultimo, rigettata la richiesta di arresti, di fronte all'impossibilità ravvisata dal gip di sostenere l'accusa di associazione per delinquere). Indagine che ora attende la valutazione del Riesame, a partire proprio dall'appello dei pm che chiedono gli arresti in cella per gli indagati. Ma torniamo alla storia della concessione sulle banchine 21 e 22, a partire dal parere contrario espresso alla concessione in favore della TTT Lines da parte del contrammiraglio della capitaneria di porto Arturo Faraone: « assolutamente anomalo - rileva il gip - che la riserva espressa dal contrammiraglio Faraone non venga registrata in seno alla delibera adottata dall'autorità portuale», quanto basta a sollevare dubbi su una concessione che ora attende la versione dei soggetti di volta in volta chiamati in causa. Inchiesta che ha ricostruito la gestione di 22 milioni di euro, in appalti concessi per la riqualificazione di banchine e aree attrezzate alla ricezione turistica. Decisivo il racconto di D'Anna, ex responsabile dell'area manutenzione, che ha svelato mazzette di migliaia di euro, ma anche regali di ogni tipo (auto, buoni benzina, elettrodomestici), grazie a un cartello che sarebbe stato organizzato dall'imprenditore Ferrara, grazie a complicità interne. Ora però la parola tocca al Riesame. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino