POZZUOLI. «Sono finiti i lavori alla Grotta di Cocceio. Con impegno e dedizione anche un'attività che sembrava impossibile e insormontabile è giunta al...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La grotta di Cocceio, detta anche grotta della Pace, è una galleria sotterranea, scavata sotto il monte Grillo, che collega Cuma con la sponda occidentale del lago d'Averno. L'opera fu progettata e costruita intorno al 37 a.C. da Lucio Cocceio Aucto su commissione di Marco Vipsanio Agrippa, che ne volle la realizzazione per motivi militari: era necessaria infatti per collegare Cuma, fortificazione e punto di vedetta sul litorale domizio-flegreo, con il Portus Julius, un'importante infrastruttura militare insistente sui bacini del lago d'Averno e del lago Lucrino, che canali artificiali progettati dallo stesso Cocceio collegavano tra loro e al golfo di Pozzuoli. Il traforo è interamente scavato nel tufo per poco meno di un chilometro, con sezione trapezoidale e andamento rettilineo leggermente in salita verso Cuma, il dislivello è circa 40 metri. L'entrata orientale, sul lago, presenta un breve tratto con volta a tutto sesto in opus reticulatum ed era preceduta da un vestibolo ornato da colonne e statue, andato distrutto. La galleria prendeva luce ed aria da sei pozzi scavati nella collina, il più lungo dei quali era alto oltre trenta metri, ed era abbastanza larga da permettere il passaggio di due carri. Parallelamente alla galleria carrabile, sul lato settentrionale, correva un acquedotto sotterraneo, anch'esso dotato di nicchie e pozzi verticali, per l'approvvigionamento idrico del porto. Essa è anche chiamata grotta della Pace: secondo una leggenda cinquecentesca un cavaliere spagnolo, tal Pietro di Pace, malconsigliato da maghi e chiromanti, avrebbe dilapidato i propri beni nella vana ricerca di un presunto tesoro ivi sepolto. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino