Bonus Covid per i camici bianchi impegnati durante l’emergenza Coronavirus: la Regione fa scattare il via libera alla previsione di tre fasce di premio (rispettivamente da...
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La Cimo, insieme all’Anaao e all’Aaroi, continua a battere sul tasto della penalizzazione per i medici che pagano pegno rispetto a tutte le altre categorie nella assegnazione del premio a causa della differente tassazione. Il leader regionale della Cimo Antonio De Falco rivendica pertanto assegnazioni nette che quanto meno garantiscano le stesse cifre a tutti quelli collocati in prima fascia. In più chiede che la Regione, terminata la fase della ricognizione per individuare la platea dei beneficiari delle tre fasce, sciolga ogni riserva nell’indicare chiaramente quale sia la cifra resa disponibile per il bonus. In totale sarebbero oltre 12mila le unità lavorative da premiare che hanno operato nelle prime e seconde linee della rete del 118, nei pronto soccorso, nei Covid center e, per la terza fascia, anche nelle retrovie con diverse funzioni e mansioni. L’apertura della Regione alle tre fasce dovrebbe essere uno degli ultimi nodi da sciogliere nel tortuoso percorso per arrivare a riconoscere e attribuire i compensi.
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«Non abbiamo preclusioni - avverte Giuseppe Galano in rappresentanza dell’Aaroi, gli anestesisti e rianimatori - se saranno riconosciuti i meriti e le reali attività svolte e i rischi sopportati. La nostra opposizione era ad assegnare a pioggia un obolo anche a chi non ha corso rischi, ciò per un senso di rispetto per chi ha effettivamente lavorato a stretto contatto con il Covid-19. Ribadiamo tuttavia che i medici non possono percepire un bonus netto inferiore a quello che sarà assegnato alle altre categorie di lavoratori. Un rianimatore che ha lavorato per 18 ore al giorno allontanandosi da casa non può essere considerato meno di un lavoratore con cui ha condiviso pari rischi e con superiori responsabilità anche legali».
Il riferimento è ai primi avvisi di garanzia che stanno arrivando soprattutto alle figure dei rianimatori e dei medici in relazione a pazienti che non ce l’hanno fatta. «Il premio - conclude Galano - in fondo ha un valore di riconoscimento simbolico. I colleghi che saranno costretti ad avere a che fare con procedimenti giudiziari anche se giudicati, come quasi sempre accade in questi casi, senza colpa, dovranno sostenere costi legali che vanno ben oltre il premio». Il bonus una tantum, per compensare il disagio e il rischio biologico corso nel periodo tra il 17 marzo fino al 30 aprile, sarebbe dunque assicurato anche a una terza fascia, considerata a più basso rischio, che incasserebbe fino a un massimo di 300 euro per almeno 20 turni, ovvero proporzionalmente a 15 euro per ogni giornata di presenza. Secondo le stime della ricognizione già compiuta dagli uffici regionali ad essere destinatari dei premi sarebbero in totale circa 12mila operatori, coinvolti in maniera diretta e indiretta nell’emergenza assistenziale per una cifra totale disponibile che si aggirerebbe attorno ai 10 milioni di euro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino