«Premiata la mia idea di sicurezza lotta alla mafia e non ai migranti»

«Premiata la mia idea di sicurezza lotta alla mafia e non ai migranti»
«Rimaniamo l'unico argine alla Lega e al populismo demagogico di questo governo. I cittadini hanno capito che è importante avere un Pd forte», dice Franco...

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«Rimaniamo l'unico argine alla Lega e al populismo demagogico di questo governo. I cittadini hanno capito che è importante avere un Pd forte», dice Franco Roberti, ex procuratore nazionale Antimafia e attuale assessore regionale alla Legalità che da capolista Pd è il terzo più votato dopo due politici professionisti come Berlusconi e Salvini. «Ma a Napoli città sono stato il primo», sottolinea con malcelato orgoglio l'ex magistrato.

Onorevole...
«Giudice va bene, devo ancora abituarmi...».
48.788 voti a Napoli, 94.009 in Campania e 145.205 consensi in tutto il Sud: si aspettava questo risultato?
«Non in queste dimensioni. Certo avevo segnali buoni ma il risultato finale va oltre le mie più rosee aspettative».
Come se lo spiega?
«Questo dato dimostra che la società civile c'è, esiste ed è partecipe quando gli viene data una proposta valida. Credo anche sia stato apprezzato il rilancio del tema della sicurezza, della legalità e ha pesato la fiducia nel mio vecchio lavoro di magistrato. Ma vuol dire anche che c'è un Sud che sa di avere potenzialità enormi e vuole crescere in libertà sulla base dei principi costituzionali di pari dignità e di giustizia sociale».
 
La sua candidatura è decollata anche in un momento particolare: quando Napoli, a cominciare dal ferimento della piccola Noemi, è tornata nella morsa della criminalità predatoria. Crede abbia pesato questo scenario?
«Probabilmente sì. Sui temi della sicurezza ho fatto questa lunga campagna elettorale ma declinandolo in maniera diversa da Salvini che riconduce tutto all'immigrazione clandestina. E non è così, a mio avviso. Vogliamo, io e il Pd che ha creduto e mi ha offerto l'opportunità di questa candidatura, offrire ai tavoli europei il contributo della nostra esperienza e della nostre conoscenze, per rilanciare un serio lavoro normativo che miri a liberare ogni cittadino europeo, ogni abitante del continente che sia al Nord, al Centro o al Sud, dalle mafie e dal malaffare che annegano ogni iniziativa, ogni idea, ogni progetto, e che continuano a estendere i propri tentacoli anche sulle piazze finanziarie».
A Napoli città ha battuto anche Berlusconi e Salvini.
«Non me l'aspettavo ma la proposta del Pd è risultata quella più seria e credibile. Le chiusure nazionalistiche, lo dico a Salvini in particolare, creano solo problemi non li risolvono certo. Vale per l'immigrazione come per la lotta alla criminalità e al terrorismo. Serve un'Europa forte e coesa che non cancelli l'identità dei singoli paesi: così si costruisce la sovranità europea e non il sovranismo della destra di Salvini».
Tra poco, immaginiamo si chiuderà il lavoro da assessore alla legalità: quale è, dopo un anno, il suo bilancio?
«Certo che dovrò lasciare. Ma non posso che tracciare un bilancio positivo. Ho fatto delle cose a cui tenevo: a cominciare dalla legge sulla valorizzazione dei beni confiscati che esisteva nel 2012 ma non era mai stata attuata. Proprio oggi (ieri, ndr) abbiamo dato l'ok ai fondi: circa 2 milioni l'anno oltre ai fondi Eu per rendere fruibili questi beni e fare in modo che poi ci sia una corretta gestione da parte delle associazioni. Ma a monte c'è un osservatorio regionale che indica priorità e obiettivi».
Il primo impegno che si è posto appena siederà all'Europarlamento.
«È in corso la realizzazione della procura europea: dopo il trattato di Lisbona occorre un organo per perseguire i delitti finanziari per estenderli a delitti di criminalità e terrorismo. Noi abbiamo l'idea di una figura che ricalchi quella del nostro procuratore nazionale antimafia, mentre altri una figura un po' più scialba. Vediamo ma sicuramente serve una cooperazione più ampia e forte tra i singoli paesi nei temi della sicurezza che non possono essere declinati con il modello salviniano».
Lei ha fatto una campagna in cui spesso ha attaccato Salvini. Ma come si spiega questo boom della Lega al Sud?
«Attacco Salvini perché il suo modello non mi piace ma sono pronto a confrontarmi con lui pubblicamente sui temi della sicurezza. Salvini e Di Maio hanno solo captato la paura e la rabbia facendone cavalli di battaglia: ma hanno dato risposte sbagliate a problemi reali. Noi, invece, dobbiamo farci carico di questo problema e dare risposte non strumentali».
Ha sentito il segretario Zingaretti dopo la sua elezione?
«Ancora no»
E De Luca?
«Oggi (ieri, ndr) in giunta ed è molto soddisfatto del risultato».
Si è impegnato molto per lei.
«Sì».
Ha mai temuto di non farcela?

«Onestamente no. Ma se non ce l'avessi fatta sarebbe stata anche una figuraccia per il Pd che aveva puntato su di me».
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Il Mattino