«Prigionieri dell'anarchia sotto casa: De Magistris emani subito l'ordinanza»

«Prigionieri dell'anarchia sotto casa: De Magistris emani subito l'ordinanza»
«Ci vuole un intervento delle autorità contro la movida selvaggia. Il sindaco dovrebbe prendere in considerazione l'idea di emanare un'ordinanza». Non...

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«Ci vuole un intervento delle autorità contro la movida selvaggia. Il sindaco dovrebbe prendere in considerazione l'idea di emanare un'ordinanza». Non ha dubbi Giovandomenico Lepore, ex procuratore di Napoli e vomerese doc. La movida - secondo l'ex numero uno della Procura di Napoli - va regolamentata prima che la situazione degeneri, anche alla luce degli ultimi fatti di cronaca: l'aggressione ad un residente in via Aniello Falcone e il lancio del vaso sulla folla da parte di un cittadino di via Cavallerizza a Chiaia. Dove per poco non si è sfiorata la tragedia.


Lei da vomerese come vive il fenomeno della movida?
«Per fortuna e ringraziando Dio vivo in una zona del Vomero residenziale, dove la movida, intesa come quella selvaggia, non arriva».
Dunque il fenomeno non la colpisce direttamente?
«In realtà colpisce tutti i napoletani. Perché quando voglio rientrare a casa e percorro via Aniello Falcone in auto subisco, come tutti, i blocchi stradali, i ragazzi ovunque, macchine in seconda fila. Chi saluta a destra e chi saluta a sinistra. Insomma, un inferno. Una situazione vergognosa. Oramai le zone calde della movida sono diventate una cosa impossibile. I ragazzi che sono lì a bordo strada con il bicchiere in mano, non dico che non possano starci, ma ci vorrebbero delle regole, partendo dalla mobilità. Quante volte accade che i residenti trovano il garage delle auto bloccato, nonostante i cartelli di divieto di sosta?».
Le forze dell'ordine fanno poco?
«Mi metto anche nei loro panni in verità. Non è semplice essere presenti tutti i giorni. Quando ci sono le cose sicuramente vanno meglio, ma ci vorrebbero regole precise a partire dai locali».
È necessaria un'ordinanza sindacale?
«A questo punto direi proprio di sì. Il tentativo del Comune di Napoli di mettere allo stesso tavolo proprietari delle attività commerciali e residenti oramai è fallito. Ma non perché lo dica io. Basti vedere l'aggressione al cittadino in via Aniello Falcone. O il residente che tira le uova. Qualcun altro addirittura lancia i vasi dal balcone di casa. Mi pare evidente che oramai si vive in un clima di tensione assoluto. Ed è necessario dare delle regole. Imporre delle linee guida. E a farlo deve essere il sindaco de Magistris, in quanto capo della comunità. Regoli la movida e sanzioni chi non rispetta le leggi. Se non si agisce in questi termini è difficile che si possano ottenere dei risultati».
Hanno ragione i titolari dei baretti a difendere i loro investimenti, o i residenti a difendere il loro diritto al sonno?
«Ognuno ha le sue ragioni. Però una persona che deve andare a lavorare la mattina presto non può non riposare perché qualche locale decide arbitrariamente di mettere la musica ad alto volume fino alle due del mattino, mentre i clienti si intrattengono fino alle cinque all'esterno del locale a chiacchierare, nella migliore delle ipotesi. Ci deve essere il giusto equilibrio tra le cose, però i proprietari di qualche locale dovrebbero darsi una calmata».
Quello della movida si può considerare un fenomeno sociale, visto che in tutta Europa si è cercato negli ultimi vent'anni di porre degli argini e regolare le attività del by night?

«Il problema è anche di educazione. Fin quando i ragazzi si mettono con il bicchiere in mano a bere, va benissimo. Però quando cominciano gli schiamazzi, oppure impediscono il passaggio alle altre auto perché si fermano a salutare gli amici a bordo strada significa non avere rispetto dell'altro. E quando manca il rispetto c'è anche il rischio che qualche cittadino venga aggredito, soltanto perché azzarda una timida protesta».

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Il Mattino