Esplosione ai Quartieri, s'indaga ​Antonio e la sorella restano gravi

Esplosione ai Quartieri, s'indaga Antonio e la sorella restano gravi
Più ombre che luci. A ventiquattr’ore dalla morte di Rita Recchione causata dallo scoppio di una bombola di gas all’interno dell’appartamento alla...

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Più ombre che luci. A ventiquattr’ore dalla morte di Rita Recchione causata dallo scoppio di una bombola di gas all’interno dell’appartamento alla Pignasecca, il quadro investigativo si presenta confuso: molti i dubbi e poche le certezze utili a ricostruire gli ultimi momenti di follia del figlio della vittima, Antonio Cavalieri, 34enne affetto da problemi psichici. È lui che avrebbe cosparso di liquido infiammabile la bombola di gas che era in cucina e che poi - con un innesco di fortuna - è saltata in aria devastando anche altre parti dell’immobile. E tuttavia ombre e dubbi, pur in maggioranza, riguardano questioni di contorno. Mentre si radica anche negli inquirenti la certezza più importante: e cioè che a scatenare l’inferno in quella casa sia stato il figlio della vittima. Ma procediamo con ordine.


I FERITI
Restano gravi ma stazionarie le condizioni dei due feriti ricoverati al Vecchio Pellegrini. Sono i figli della 65enne, Antinio e Francesca. Il primo - stando alle convergenti dichiarazioni dei vicini di casa, già ascoltati ieri dalla polizia avrebbe più volte minacciato di far saltare in aria l’abitazione al terzo piano di via Don Minzoni se si fosse concretizzata l’ipotesi dello sfratto da parte del proprietario. L’arrivo - sempre ieri mattina - dell’ufficiale giudiziario ha scatenato la furia, trasformando quelli che erano solo propositi in tragedia.

 

LA PROCURA
Indagini affidate ai sostituti Caroppoli e Di Dona, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio. I due pm lunedì mattina era nul luogo del disastro, e più tardi si sono recati anche in ospedale dove sono ricoverati i figli della vittima: ma è stato impossibile interrogarli, entrambi erano ancora in stato di choc. Al momento non ci sono nomi nel registro degli indagati. Nelle prossime ore sul tavolo dei magistrati arriverà una nuova informativa dettagliata curata sia dalla polizia che dai vigili del fuoco.

I DUBBI

Parlavamo di ombre. Le più consistenti sono quelle che si addensano intorno ai protagonisti di questa tragedia. Vivevano in stato di indigenza, eppure non chiedevano aiuto a nessuno; nemmeno i servizi sociali del Comune erano al corrente della loro esistenza. Invisibili. Le altre ombre sono quelle che si addensano sui residenti del palazzo interessato dallo scoppio: l’esplosione ha provocato l’evacuazione dello stabile, nel quale vivevano nove famiglie, per un totale di 29 persone. Tutti hanno dormito l’altra notte in una struttura messa a disposizione dal Comune. Incertezza totale anche ruispetto a chi dovrà pagare i danni causati alla struttura dello stabile, e prima ancora al proprietario della casa distrutta. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino