QUARTO - Preso in giro e picchiato nel cortile della scuola dai suoi stessi compagni. Ma i veri responsabili dell'accaduto non sono i baby aggressori, bensì i suoi...
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Ci sono voluti dieci anni per arrivare alla sentenza, per un episodio avvenuto nell'aprile del 2008. Mario, nome di fantasia, nel 2008 aveva 11 anni e frequentava la prima classe della scuola media Mario Napoli, all'estrema periferia della città. Una vita non facile la sua, costretto a non passare inosservato grazie alla sua mole. E' grasso, paffuto, di gran lunga più massiccio dei suoi compagni di classe. E' mite, mai aggressivo ed è di buona famiglia. In pratica, ha il perfetto identikit della vittima sacrificale del branco. Ragazzini molto più vivaci, ma soprattutto spietati, pronti a prenderlo in giro ad ogni occasione e certi di non rischiare alcuna reazione. Gli sfottò sono costanti, pungenti. Ma ad un certo punto si trasformano in una vera e propria aggressione fisica. In tre - due della sua stessa classe ed uno di un anno più grande - lo accerchiano all'uscita di scuola. Sono ancora nel cortile quando Mario diventa un sacco da boxe sul quale sfogarsi. Viene colpito in più punti: al naso, alla nuca, alla schiena. Nessuno si accorge di nulla, compresi gli insegnanti che probabilmente erano già andati via. Agli atti, infatti, risulta che al momento dell'aggressione l'unico presente nella scuola era uno dei bidelli, che però era impegnato in altro. Non è lui che avrebbe dovuto vigilare, ma gli insegnanti che quel giorno avevano svolto lezione nella classe di Mario e poi rimasti nella struttura fino al suonare della campanella. Il pestaggio avviene proprio durante il «fuggi fuggi» dai banchi. Un punto fondamentale quest'ultimo, che ha portato il giudice a sottolineare come i precettori responsabili «non hanno fornito la prova liberatoria che li esonera da responsabilità per i danni cagionati dai sorvegliati, provando di non aver potuto impedire la commissione del fatto». Nella sentenza si legge ancora di «colpa in vigilando del personale docente», con il relativo riconoscimento del danno morale. Lapidale la decisione del giudice che «dichiara responsabile dell'aggressione il personale docente dipendente». Come detto, con gli insegnanti - tre in tutto - sono stati condannati al risarcimento anche il Ministero e l'allora dirigente scolastico del circolo Carlo Emilio Gadda, del quale fa parte la scuola Mario Napoli. Dunque, totalmente accolte dal giudice Teresa Cerullo della Prima sezione le richieste presentate dal legale della vittima, l'avvocato Luigi Rossi, il quale aveva anche dato inizio ad un processo penale poi conclusosi con un nulla di fatto per la non imputabilità degli aggressori. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino