Torna il racket di Natale nel Napoletano: «Ma ora c'è chi denuncia»

Torna il racket di Natale nel Napoletano: «Ma ora c'è chi denuncia»
Clan di camorra in ginocchio e con le casse vuote, nuove leve a caccia di soldi che provano a guadagnare terreno giocando a Gomorra. E il pizzo di Natale che torna a essere una...

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Clan di camorra in ginocchio e con le casse vuote, nuove leve a caccia di soldi che provano a guadagnare terreno giocando a Gomorra. E il pizzo di Natale che torna a essere una triste realtà, nonostante la crisi economica post pandemia, con denunce in aumento - e questa è una buona notizia - in tutto il Napoletano. L'ultima notte di fuoco nel Vesuviano ha rilanciato l'allarme racket. Una raffica di proiettili contro un bar di Boscoreale e una bomba all'esterno di un negozio di telefonia in pieno centro a San Giuseppe Vesuviano rappresentano due pericolosi campanelli d'allarme.

Lì dove i clan di camorra sono stati sgominati negli anni scorsi, i nuovi gruppi criminali stanno provando a guadagnare territorio. E in questo contesto potrebbero incastrarsi i due raid. Intorno alla mezzanotte, una raffica di proiettili è stata esplosa contro il bar Coffee Shop 65 di via Trivio Marchesa, nella periferia di Boscoreale. Quattro bossoli e altrettanti fori nella saracinesca potrebbero rappresentare il classico avvertimento della camorra a chi ha deciso di non pagare il pizzo. Sul caso indagano i carabinieri della compagnia di Torre Annunziata, che hanno già ascoltato il titolare del bar, il quale ha negato di aver subito richieste o minacce e di aver litigato di recente con qualcuno. Acquisiti i filmati di alcune telecamere private della zona. Un'ora dopo, in piazza Garibaldi a San Giuseppe Vesuviano, è esploso un ordigno artigianale che ha danneggiato la saracinesca del negozio di telefonia Wind3. Sono intervenuti i carabinieri della stazione sangiuseppese e della squadra rilievi del nucleo investigativo di Torre Annunziata. Fortunatamente non ci sono feriti, ma anche in questo caso i titolari hanno negato di aver subito minacce o richieste.

Per entrambi gli episodi, la pista principale porta al pizzo di Natale, anche se al momento gli inquirenti tendono a non escludere altre ipotesi. Si pensa ai nuovi gruppi di giovani aspiranti camorristi, che nel Vesuviano come anche nell'area a nord di Napoli da Marano a Caivano e Giugliano, da Afragola a Casoria stanno provando a portare avanti il blasone criminale e il nome dei vecchi clan come i Moccia, anche se i boss sono tutti detenuti. Un po' come stava accadendo a Torre Annunziata, Pompei e Castellammare, dove gli ultimi due blitz anticamorra hanno smantellato prima le nuove leve dei Gionta, poi i reggenti dei Cesarano, due cosche che sulla riscossione del pizzo poggiano gran parte della loro economia «solidale». Tra Afragola e Casoria sono stati diversi gli attentati con bombe carta contro le attività commerciali e le stese verso le finestre di imprenditori. Ma qui sono anche in aumento le denunce, soprattutto perché in molti dopo la pandemia non sono più in grado di pagare le estorsioni alla camorra, che pretende le tre «rate» di Natale, Pasqua e Ferragosto.



A Torre Annunziata le forze dell'ordine stanno facendo sentire forte la loro vicinanza a commercianti e imprenditori, per impedire che le nuove leve della camorra possano inserirsi nell'attuale vuoto di potere. Nel corso delle indagini che hanno portato agli ultimi 20 arresti, è emerso che il clan Gionta era in gravi difficoltà a causa degli «stipendi» troppo elevati pretesi da alcune donne della famiglia, mentre la crisi aveva portato al taglio del vitalizio di un ergastolano di vertice come Umberto Onda. I carabinieri hanno messo in atto un piano organizzato, offrendo sostegno e vicinanza quotidiana a tutti i commercianti di Torre Annunziata. Da quella fiducia potrebbero finalmente arrivare denunce, come già sta avvenendo nella vicina Castellammare. «Oggi - dice Luigi Cuomo, presidente di Sos Impresa - ci sono tutte le potenzialità per liberarsi dalla pressione della criminalità organizzata. Oggi denunciare conviene, ci sono numerose opportunità per i commercianti che decidono di liberarsi dalla pressione asfissiante della camorra».
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Il Mattino