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Su 325.713 beneficiari del reddito di cittadinanza idonei al lavoro, in Campania solo in 61.794 hanno sottoscritto un contratto di lavoro. Si tratta del 19% della platea, la percentuale più bassa d'Italia su una media nazionale è 25,62%. Sono i numeri, calcolati all'ottobre 2020, che mostrano un clamoroso paradosso: nella Regione in cui ci sono più percettori del reddito di cittadinanza (ben 691.227 in totale), le politiche attive del lavoro funzionano peggio che nel resto d'Italia. È quanto emerge dal report sul lavoro dei navigator fatto da Anna, l'associazione nazionale dei navigator. Le responsabilità di questi dati? A sentire i navigator e i rappresentati regionali del Movimento 5 Stelle sono quasi tutte dovute al difficile rapporto instaurato tra la Regione e i navigator. L'occasione per parlarne è stata la presentazione del libro Navigator (a vista), storia e storie del reddito di cittadinanza curato proprio dall'associazione Anna. «I navigator hanno prodotto risultati nelle Regioni dove sono stati sostenuti. Purtroppo in Campania non è stato consentito loro nemmeno di lavorare in presenza», le parole della leader regionale grillina Valeria Ciarambino. Anche il rapporto stilato dall'associazione Anna evidenzia le difficoltà che hanno avuto i navigator nel lavorare in Campania. Se nelle altre regioni già a luglio 2019 era stato sottoscritta la convenzione tra Anpal e le Regioni per l'inserimento dei navigator, in Campania si è giunti ad un accordo soltanto a dicembre 2019 e con caratteristiche diverse rispetto alle convenzioni stipulate dalle altre regioni.
In particolare la difficoltà denunciate nel rapporto Anna riguarda la mancata convocazione dei percettori del reddito per sottoscrivere il patto per il lavoro.
Il Mattino