L’ambulatorio urologico del Vecchio Pellegrini riapre dopo le proteste dei pazienti e della municipalità. Più che un braccio di ferro tra la direzione...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
A quel punto, l’ospedale è stato invaso dai pazienti e persino dagli ammalati più anziani che hanno protestato con forza ed è stato necessario l’intervento della vigilanza per calmarli. Dopo aver riattivato l’ambulatorio fino allo smaltimento delle visite prenotate per quel singolo giorno, il 5 marzo, la direzione ospedaliera ha allargato il provvedimento, il 7 marzo, stabilendo che tutti i pazienti nelle liste d’attesa sarebbero stati smaltiti fino a giugno con la successiva dismissione dell’ambulatorio. Ma questa soluzione ha scatenato ancora di più il malcontento dei pazienti e del parlamentino municipale, sceso al fianco degli ammalati. Francesco Chirico, presidente della 2 Municipalità ed i sindacati ospedalieri, infatti, non hanno risparmiato note, inviate anche al Sindaco e iniziative a supporto delle ragioni degli ammalati che ritengono fondamentale la sopravvivenza dell’ambulatorio. ù
La protesta dei pazienti non si è fermata ed il 19 marzo, la direzione sanitaria del Vecchio Pellegrini guidata da Marierlla Corvino, ha disposto “la riapertura ad horas della lista di attesa per l’ambulatorio di urologia onde evitare ulteriori disguidi e ritardi per l’utenza afferente a tale servizio”. L’Asl Napoli 1, attraverso il Dipartimento Assistenza Ospedaliera, ha autorizzato “fino a nuova disposizione, la prosecuzione dell’attività ambulatoriale urologica presso il Vecchio Pellegrini mentre l’eventuale attività chirurgica potrà essere eseguita presso gli Incurabili”. Ma non basta.
«Se da un lato la vicenda dimostra che difendere i propri diritti riesce a far rinsavire la direzione generale Asl- tuona Chirico - in cui c'è per fortuna qualcuno che ha a cuore i pazienti, dall'altro ci dimostra la grande confusione che regna nell'emisfero del governatore De Luca perciò la battaglia è ancora aperta ed è appena iniziata perché quanto previsto nel piano ospedaliero ed in quello aziendale sono certo che non va bene né ai medici, né agli infermieri figuriamoci alla popolazione» .
Anche i sindacati assicurano che non molleranno la presa. «Finalmente i dirigenti si sono rinsaviti e hanno capito che è indispensabile tenere aperto un ambulatorio che serve migliaia di persone che serve un territorio molto popoloso – spiega Mario Marchetti, segretario Provinciale Fials – continueranno le visite e le biopsie ma noi siamo in allerta e vigileremo sulla garanzia di fornire continuità assistenziale». «Sto preparando insieme ai numerosi comitati a tutela della salute e con il supporto di medici c, una proposta di riorganizzazione da sottoporre alla Regione fattibile e sostenibile- conclude il presidente municipale - gli sprechi non sono nel personale medico ma nelle tante esternalizzazioni di servizi e nella confusione della direzione regionale che creando sfiducia costringe i malati a curarsi fuori regione con costi elevatissimi«.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino