Ricerca, Napoli capitale del Mediterraneo: via al primo dipartimento di Biotecnologie marine d'Europa

Ricerca, Napoli capitale del Mediterraneo: via al primo dipartimento di Biotecnologie marine d'Europa
Una firma sul mare. L'ultima fra Regione, Comune e fondazione Dohrn. Il cuore di Napoli che batte sul Golfo, avrà presto il primo dipartimento di Biotecnologie Marine...

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Una firma sul mare. L'ultima fra Regione, Comune e fondazione Dohrn. Il cuore di Napoli che batte sul Golfo, avrà presto il primo dipartimento di Biotecnologie Marine d'Europa. In queste ore infatti, gli ulteriori incontri fra il presidente dell'ente di ricerca, Roberto Danovaro, i rappresentanti di Palazzo Santa Lucia, e i delegati del sindaco De Magistris. Ultime autorizzazioni e ratifiche per dare alla città una prestigiosa e competitiva spinta culturale ed economica; alla ricerca nuovo vigore, tecnologie fra le più moderne, scienziati in campo. Solcare il Mediterraneo, «navigare» lo scrigno della biodiversità sottomarina, alla ricerca - appunto - di nuove soluzioni e inediti rimedi per la salvaguardia dell'ambiente, la prevenzione e la lotta al cancro anche attraverso la nutraceutica, il cosiddeto supercibo, alimenti arricchiti di principi nutrienti funzionali alla salute umana. A Napoli dunque un prestigioso Dipartimento scientifico in arrivo; a Portici, la Giornata degli Oceani, l'iniziativa dell'8 giugno che riguarda «i mari del mondo». Saranno infatti prelevati i campioni di acqua marina in tutto il pianeta, per valutarne lo stato di salute, carpirne e sfruttarne i segreti.

 
«Gli oceani sono l'unico territorio nel quale l'uomo può ancora espandersi - dice Roberto Danovaro, presidente dell'istituto Dohrn, che partecipa alla ricerca internazionale - La crescita demografica ci impone di reperire più energia termica ed eolica: questo è possibile per esempio, sfruttando le correnti oceaniche che rappresentano un enorme serbatoio di carburanti. Ma gli oceani sono anche in grado di fornire la metà delle proteine di cui hanno bisogno gli abitanti della Terra. E tenendo conto che il mare fornisce la metà dell'ossigeno del pianeta e assorbe altrettanta anidride carbonica, è da qui che bisogna partire: da queste enormi distese d'acqua salata, autentici ammortizzatori capaci di reggere i cambiamenti climatici e abbattere l'inquinamento».

I mille e più «servizi segreti» che ci rende il pianeta mare, saranno dunque illustrati dall'Istituto nazionale di Biologia, Ecologia e Biotecnologie Marine della stazione Zoologica Dohrn, che alle 10 dell'8 giugno aprirà le porte del centro di Ricerche Tartarughe al Granatello di Portici. Città della Scienza, Lega Navale, Capitaneria di Porto, Guardie ambientali d'Italia e i licei Flacco e Silvestri, per singolare occasione divulgativa: «Possiamo amare solo ciò che conosciamo - conclude Danovaro - Quindi bisogna insistere con le generazioni più giovani e far comprendere loro che il mare non può subire tutti gli impatti». L'obiettivo dei ricercatori del Dohrn, «è salvaguardare soprattutto alcune specie di micro organismi marini affinché non si estinguano prima ancora che la ricerca individui le strategie per combattere una serie di malattie anche rare.


Tre gli interventi che illustreranno le risorse e i rimedi dello scrigno marino, le aspettative della scienza. Biodiversità dell'ambiente-mare, a cura di Vincenzo Saggiomo, già direttore della stazione Dohrn: «La fondazione non ha scelto casualmente di celebrare la Giornata degli Oceani a Portici. La fascia costiera vesuviana è infatti una lente di ingrandimento sulla biodiversità ed è il posto giusto per creare un luogo permanente di discussione fra i portatori di interesse che sono i cittadini e la ricerca stessa», dice Saggiomo. Recupero di un ambiente marino devastato dall'inquinamento con procedimenti biologici: sarà Luigi Musco a illustrare come si può risanare la natura utilizzando la natura stessa. Plastiche e microplastiche che compromettono la catena alimentare e le dinamiche legate ai micro organismi, la sezione curata da Cristophe Brunet. Poi, una serie di stand in cui i ricercatori della stazione Zoologica spiegheranno al pubblico i segreti mai svelati dei fondali, dove nonostante la profondità la mano «ignorante» dell'uomo ha già causato pesanti danni. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino