Rider picchiato e rapinato a Napoli: «Volevo assumerlo nella mia macelleria, ma ha cancellato l'incontro»

Rider picchiato e rapinato a Napoli: «Volevo assumerlo nella mia macelleria, ma ha cancellato l'incontro»
«Quanto avrebbe guadagnato il rider? Posso dire che un macellaio prende uno stipendio più che dignitoso. È una professione molto richiesta perché ci...

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«Quanto avrebbe guadagnato il rider? Posso dire che un macellaio prende uno stipendio più che dignitoso. È una professione molto richiesta perché ci vuole una certa specializzazione. Certo, Gianni avrebbe dovuto effettuare il colloquio prima di essere assunto. Ed è proprio questo che mi rammarica di più: non ci siamo nemmeno incontrati». Luciano Bifulco è il titolare della macelleria e braceria di Ottaviano che qualche giorno fa ha offerto un lavoro a Gianni Lanciano, il rider che era stato rapinato e picchiato la notte del 2 gennaio. Nonostante le telefonate e i messaggi tra i due, però, la proposta non si è mai concretizzata. O meglio: nemmeno il colloquio c'è mai stato, è saltato all'ultimo momento.

Ci racconta come è andata?
«Noi avevamo pubblicato un annuncio sui social, ma subito dopo abbiamo provato a metterci in contatto con Gianni. Non ci siamo riusciti subito, lui probabilmente era sommerso di telefonate, erano le ore in cui tutti lo cercavano. Noi abbiamo insistito. Poi, dopo molti messaggi e chiacchierate al telefono, abbiamo fissato un giorno per il colloquio. Ma a quel colloquio non si è mai presentato».

E come si è giustificato?
«Ha mandato un audio whatsapp in cui diceva che il giorno successivo avrebbe dovuto sostenere un altro colloquio di lavoro al quale teneva molto e che preferiva prepararsi per quello. Ha poi aggiunto che sarebbe stato lui a farsi vivo, ma non lo abbiamo più visto né sentito. Sono finiti così i nostri contatti con Gianni, non ci sono stati altri sviluppi».

Le ha parlato della distanza tra Napoli e Ottaviano?
«No, ma mi era sembrato molto titubante al punto che ho chiesto a un mio collaboratore la disponibilità ad andarlo a prendere a Napoli per fargli sostenere il colloquio: volevo almeno spiegargli le nostre richieste, consentirgli di fare una valutazione dell'offerta di lavoro. Io ero pronto a offrirgli un contratto a tempo indeterminato, full time».

Dica la verità, non è che quell'annuncio di disponibilità ad assumere Gianni lei lo ha lanciato per farsi pubblicità?
«Se avessimo voluto farci solo pubblicità non ci saremmo messi al telefono a cercare Gianni, parlando con lui decine di volte per individuare un giorno buono per il colloquio. E, soprattutto, non avremmo continuato la nostra ricerca di personale, ci saremmo fermati dopo l'eco mediatica: a noi i macellai servono, così come altre addetti alla vendita in gastronomia. La nostra ricerca di personale era partita prima che capitasse la rapina a Lanciato, quando abbiamo saputo della vicenda abbiamo pensato di fare una cosa buona provando a dare una mano a una persona sfortunata, che meritava una chance. Non ci siamo riusciti, pazienza: ma non c'è alcuna strumentalizzazione, stiamo andando avanti a cercare gente che vuole lavorare».

Avete avuto altri macellai che si sono proposti?
«Certo, siamo stati sommersi da richieste e ci ha fatto piacere. La settimana prossima viene a fare la prova una persona di Arzano e stiamo valutando un'altra persona di Monteforte Irpino, in provincia di Avellino. Non è facile trovare macellai specializzati: faccio questo lavoro da oltre vent'anni e so che è complicato, noi per fortuna abbiamo un'attività avviata e siamo nelle condizioni di assumere. Stiamo facendo molto colloqui e continueremo a farli. Mi è capitato di dichiararlo anche nei giorni passati, lo ripeto ora: a noi il personale serve, chi è interessato può farsi avanti, ci contatti pure. Abbiamo bisogno di almeno quattro persone».

È rimasto deluso dal comportamento del rider?


«Io gli auguro il meglio, così come lo auguro a tutta l'area metropolitana di Napoli, che non merita di finire sotto i riflettori per fatti di cronaca nera. L'appello era nato per questo, per dimostrare che a Napoli esiste gente perbene pronta a dare una mano, non solo criminali».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino