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Ventuno anni fa, quando è stata fondata l’Asìa, la dotazione di personale era di quasi tremila addetti; oggi ci sono mille lavoratori in meno, tutto personale sottratto alla raccolta o allo spazzamento delle strade perché il numero di dirigenti è rimasto invariato, quello degli impiegati è addirittura cresciuto di 27 unità. Basterebbero questi numeri banali per capire perché la città è sempre più sporca e perché la raccolta arranca ogni giorno di più. Le giornate attuali non fanno testo, si sconta la giornata di sciopero che ha lasciato a terra quantità enormi di sacchetti che saranno recuperati entro l’inizio del week end. Ma anche senza l’allarme-sciopero Napoli mostra quotidianamente i segni della crisi nella raccolta e, soprattutto, nello spazzamento.
Nel 2014 a Napoli c’erano 300 dipendenti Asìa addetti allo spazzamento delle strade, avevano un’età media di 59 anni. Oggi a Napoli sono rimaste poche decine di spazzini (meno di cento ma non esiste una cifra puntuale) con un’età media superiore ai sessant’anni: «Nell’ultima richiesta presentata al Comune nel 2019 - spiega amara la presidente Asìa, Maria De Marco - chiedevamo un concorso per l’assunzione urgente di almeno 250 persone. Quel concorso non è mai stato avviato e oggi le necessità sono ulteriormente cresciute perché i pensionamenti vanno avanti a un ritmo incalzante ovviamente senza possibilità di sostituzione». In media ogni mese vanno in pensione dieci addetti, cioè 120 all’anno. A voler essere fiscali, rispetto alle richieste del 2019, oggi il concorso dovrebbe essere bandito per l’assunzione di almeno 500 persone: impossibile anche il solo pensiero di una soluzione del genere.
Rispetto all’emorragia di personale cosa fa Asìa? Secondo la presidente De Marco «riusciamo a sopperire con le nostre forze, grazie alla professionalità del personale che non si risparmia in nessuna occasione». La verità, invece, è che il contratto di servizio con il Comune prevede determinate funzioni in base al numero dei dipendenti: se il personale diminuisce, anche gli obblighi del contratto si ridimensionano, e alla fine paga soprattutto la città che resta sporca.
Al nuovo sindaco Manfredi che l’altro giorno ha parlato di Asìa e delle difficoltà palesate dall’azienda per un giorno di sciopero, la presidente De Marco presenta le sue richieste, anzi il suo appello: «Per la nostra azienda una sola è la priorità: il concorso. Per ottenere un servizio definitivamente efficiente occorre altro personale, ci servono addetti alla raccolta e spazzini. Del resto Asìa dal giorno della sua fondazione non ha mai assunto nessuno per concorso e noi abbiamo bisogno di forze fresche, di giovani pronti a mettersi al servizio della città».
La questione del concorso va scissa rispetto a quella degli innesti di personale. All’interno di Asìa sono state inserite nuove forze in vari momenti. Si è sempre trattato, però, di assorbire personale proveniente da altre Partecipate: «Abbiamo salutato con entusiasmo l’ingresso di quasi duecento addetti provenienti dal Cub - spiega De Marco - siamo stati felici di offrire un contratto e una sicurezza sul futuro al personale di Terme di Agnano. Sono tutte persone che si sono rimboccate le maniche e hanno offerto il loro contributo senza risparmiarsi, però si tratta di lavoratori provenienti da altre realtà, non tutti giovanissimi. Per rilanciare Asìa e ottenere grandi risultati, invece, c’è bisogno di giovani, quelli che solo un concorso può portare in azienda». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino