Rifiuti a Napoli, l'Asia è al collasso: mancano 250 netturbini

Rifiuti a Napoli, l'Asia è al collasso: mancano 250 netturbini
di Paolo Barbuto
Mercoledì 13 Ottobre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 16:13
4 Minuti di Lettura

Ventuno anni fa, quando è stata fondata l’Asìa, la dotazione di personale era di quasi tremila addetti; oggi ci sono mille lavoratori in meno, tutto personale sottratto alla raccolta o allo spazzamento delle strade perché il numero di dirigenti è rimasto invariato, quello degli impiegati è addirittura cresciuto di 27 unità. Basterebbero questi numeri banali per capire perché la città è sempre più sporca e perché la raccolta arranca ogni giorno di più. Le giornate attuali non fanno testo, si sconta la giornata di sciopero che ha lasciato a terra quantità enormi di sacchetti che saranno recuperati entro l’inizio del week end. Ma anche senza l’allarme-sciopero Napoli mostra quotidianamente i segni della crisi nella raccolta e, soprattutto, nello spazzamento. 

Nel 2014 a Napoli c’erano 300 dipendenti Asìa addetti allo spazzamento delle strade, avevano un’età media di 59 anni. Oggi a Napoli sono rimaste poche decine di spazzini (meno di cento ma non esiste una cifra puntuale) con un’età media superiore ai sessant’anni: «Nell’ultima richiesta presentata al Comune nel 2019 - spiega amara la presidente Asìa, Maria De Marco - chiedevamo un concorso per l’assunzione urgente di almeno 250 persone.

Quel concorso non è mai stato avviato e oggi le necessità sono ulteriormente cresciute perché i pensionamenti vanno avanti a un ritmo incalzante ovviamente senza possibilità di sostituzione». In media ogni mese vanno in pensione dieci addetti, cioè 120 all’anno. A voler essere fiscali, rispetto alle richieste del 2019, oggi il concorso dovrebbe essere bandito per l’assunzione di almeno 500 persone: impossibile anche il solo pensiero di una soluzione del genere.

Video

Rispetto all’emorragia di personale cosa fa Asìa? Secondo la presidente De Marco «riusciamo a sopperire con le nostre forze, grazie alla professionalità del personale che non si risparmia in nessuna occasione». La verità, invece, è che il contratto di servizio con il Comune prevede determinate funzioni in base al numero dei dipendenti: se il personale diminuisce, anche gli obblighi del contratto si ridimensionano, e alla fine paga soprattutto la città che resta sporca. Per carità, nessuno lancia allarmi su una crisi rifiuti come quella che travolse la città nel 2008, solo che Napoli è irrimediabilmente offesa dall’immondizia depositata ovunque: sotto forma di discariche agli angoli delle strade, con la veste di tappeto di cartacce e schifezze lungo i marciapiedi, nella costruzione di piccoli cumuli ai margini dei cassonetti che non vengono mai rimossi. «Ribadisco, noi facciamo tutto il possibile - spiega De Marco -. Cerchiamo di rimediare alla mancanza di spazzini utilizzando le spazzatrici automatiche, prevediamo turni supplementari di raccolta per cancellare le discariche abusive create dai teppisti dell’immondizia. Però ci scontriamo sempre con la carenza di personale».

Al nuovo sindaco Manfredi che l’altro giorno ha parlato di Asìa e delle difficoltà palesate dall’azienda per un giorno di sciopero, la presidente De Marco presenta le sue richieste, anzi il suo appello: «Per la nostra azienda una sola è la priorità: il concorso. Per ottenere un servizio definitivamente efficiente occorre altro personale, ci servono addetti alla raccolta e spazzini. Del resto Asìa dal giorno della sua fondazione non ha mai assunto nessuno per concorso e noi abbiamo bisogno di forze fresche, di giovani pronti a mettersi al servizio della città».
La questione del concorso va scissa rispetto a quella degli innesti di personale. All’interno di Asìa sono state inserite nuove forze in vari momenti. Si è sempre trattato, però, di assorbire personale proveniente da altre Partecipate: «Abbiamo salutato con entusiasmo l’ingresso di quasi duecento addetti provenienti dal Cub - spiega De Marco - siamo stati felici di offrire un contratto e una sicurezza sul futuro al personale di Terme di Agnano. Sono tutte persone che si sono rimboccate le maniche e hanno offerto il loro contributo senza risparmiarsi, però si tratta di lavoratori provenienti da altre realtà, non tutti giovanissimi. Per rilanciare Asìa e ottenere grandi risultati, invece, c’è bisogno di giovani, quelli che solo un concorso può portare in azienda».

© RIPRODUZIONE RISERVATA