Rifiuti a Napoli, protesta selvaggia paralizza la raccolta: riecco i cumuli in strada

Rifiuti a Napoli, protesta selvaggia paralizza la raccolta: riecco i cumuli in strada
di Paolo Barbuto
Martedì 12 Ottobre 2021, 00:01 - Ultimo agg. 12:01
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Gli effetti dello sciopero generale di ieri si sono palesati in città già di buon mattino. I napoletani si sono svegliati tra cumuli di immondizia perché i dipendenti Asìa hanno iniziato la protesta fin dai turni della notte bloccando la raccolta e mettendo in crisi la filiera dello smaltimento.

Poi, una volta superato lo choc dei cumuli di pattume, che riportano alla mente giorni tragici della vita cittadina, i napoletani sono stati costretti a confrontarsi pure con lo sciopero del trasporto pubblico che ha avuto grande adesione e ha contribuito alla paralisi della città.

L’impatto con una notte di mancata raccolta della spazzatura è difficile da attutire, lo sa bene chi si occupa del settore. Significa che, nei giorni successivi, alla raccolta abituale bisogna aggiungere turni di recupero straordinario che servono ad eliminare dalla strada quel che era stato lasciato lì per via dello sciopero.

Però dopo aver preso dai cassonetti il materiale in eccesso bisogna anche conferire quella roba nelle discariche; e aumentare il conferimento prevede allungamento dei tempi e una crescita di difficoltà burocratiche.

Il risultato è che per smaltire una sola notte di mancata raccolta sono necessari circa tre giorni. Confermano dalla sede di Asìa dove annunciano di aver già predisposto il meccanismo per il recupero straordinario del materiale in eccesso e contano di riuscire a recuperare in tempi record, forse due giorni. Ma la sfida appare difficile.

Sul percorso di recupero dei rifiuti lasciati in strada nella notte fra domenica e ieri, c’è però ancora un ostacolo da superare ed è legato agli orari in cui viene avviata la raccolta dell’immondizia a Napoli. Ci sono turni di lavoro che prendono il via prima della mezzanotte, e siccome lo sciopero è di 24 ore, ieri anche questo turno di lavoro è stato azzoppato dall’adesione alla protesta. Sicché il percorso di recupero straordinario dei rifiuti non solo non è partito, ma ha dovuto comprendere anche quella porzione di immondizia napoletana che ieri sera non è stata prelevata dal primo turno di lavoro.

Il risultato, l’avrete capito, è che vivremo un po’ di giorni con i sacchetti che deborderanno dai cassonetti e saremo costretti a fare i conti con una città ancora più sporca del solito, anche se stavolta la crisi è stata generata da uno sciopero e non dalle canoniche difficoltà di Asìa.

Percentuali di adesione alla protesta nel settore dei trasporti decisamente elevate ieri a Napoli. Alle motivazioni dello sciopero nazionale, in città il sindacato Usb ha aggiunto quelle locali, che si intersecano con una mai sopita conflittualità con l’Anm. Usb chiede che i lavoratori ottengano maggiori tutele sanitarie, che si vedano riconosciuti soldi di accordi pregressi e non attuati, chiede che la gente di Napoli abbia un trasporto locale migliore.
In città ieri mattina, al di fuori delle fasce di garanzia, le funicolari sono rimaste ferme così come gran parte del trasporto su gomma che è stato largamente bloccato con percentuali di adesione alla protesta molto alte.

In mattinata sono state regolari solo le corse della metropolitana. Poi, nel pomeriggio, anche i treni della Linea 1 si sono fermati mettendo definitivamente in ginocchio il traffico. Lo stop dei trasporti ha generato un surplus di traffico che in città s’è mostrato sotto forma di code e paralisi che hanno accerchiato soprattutto la zona ospedaliera.

Difficoltà nella circolazione anche su via Marina dove, nelle prime ore del mattino un gruppo di manifestanti ha bloccato l’entrata del porto e l’accesso all’autostrada. Il blocco stradale ha avuto pesantissime ripercussioni sul traffico mattutino che in quella zona è particolarmente intenso. Lo stop, però, è durato poco ma anche quando i manifestanti hanno lasciato libero l’asfalto, il caos della circolazione è andato avanti.

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