Salgono a 350 le tonnellate di rifiuti nelle strade di Napoli e con il sito di stoccaggio della ex Icm già pieno di altre 600 tonnellate e camion in fila e stracolmi...
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I NUMERI
Tra la spazzatura che sta a terra - soprattutto nella martoriata area nord - quella sui camion che non riescono a scaricare e quella che c'è nel sito di stoccaggio si arriva a sfiorare le 2000 tonnellate. Mica roba di poco conto, anzi. L'equilibrio fragilissimo del sistema dei rifiuti di Napoli può rompersi da un momento all'altro. Cattivo odore, miliardi di insetti e qualche rogo sono segnali chiari dell'insofferenza dei napoletani sull'eterna questione dei rifiuti. L'assessore competente ed ex vicesindaco Raffaele Del Giudice non ha difficoltà ad ammetterlo. «Ci sono criticità serie 350 tonnellate a terra, ma non credo che arriveremo alla crisi. Domani abbiamo un vertice in Regione per capire come uscire da questa situazione. Il tema sono gli impianti che mancano. La contingenza attuale è legata alle gare per lo smaltimento fuori dalla Campania e all'estero che vengono regolarmente disertate. Il mio appello va agli operatori economici a non disertarle più. E alla stessa Regione affinché continui nel ruolo di coordinamento che sta avendo sui rifiuti». È una corsa contro il tempo, Napoli in questo mese sarà teatro di grandi eventi internazionali. Venerdì arriva Papa Francesco, dal 26 giugno - anche se le gare inizieranno solo il 4 luglio - cominceranno ad arrivare le delegazioni degli atleti per le Universiadi. Presentarsi con i sacchetti neri in strada e i cassonetti pieni sarebbe una brutta figura di livello mondiale. Atteso che la città è già nella morsa dei cantieri e dei trasporti sostanzialmente in tilt.
FLOP IMPIANTI
Nell'impianto di Tufino a peggiorare la situazione c'è stato un guasto tecnico che per ben 5 ore ha paralizzato ogni operazione, decine e decine i camion in fila. A Caivano senza guasto si sono viste le stesse file perché lo Stir è pieno fino all'orlo. In queste strutture arriva il rifiuto umido che viene tritovagliato e separato e va all'inceneritore di Acerra per essere bruciato. Turni di 12 ore e anche di più che gli operai di Asìa non riescono più a sostenere visto che mediamente hanno circa 60 anni. Segnali di sofferenza si erano avuti già sette giorni fa e si sussurra che siano stati sottovalutati: Asìa, l'azienda del Comune per la raccolta rifiuti ha sollecitato la Sapna, azienda della Città metropolitana che si occupa dello smaltimento con una lettera perché si trovasse una soluzione su come far scaricare i camion. Ma a sette giorni di distanza la crisi si aggrava e minaccia di diventare emergenza. Eppure le due aziende hanno in Comune lo stesso capo politico e amministrativo, ovvero il sindaco Luigi de Magistris e la truppa rosso-arancione che lo sostiene.
IL DUELLO
In questo contesto de Magistris ieri è andato in Abruzzo - a Montesilvano - e con gli esponenti arancioni abruzzesi si è soffermato sul tema rifiuti e sulla situazione di emergenza della discarica Sir di Villa Carmine: «È inquietante - dice il sindaco - a Napoli abbiamo vissuto l'emergenza rifiuti prima che io diventassi sindaco, so che significa distruggere i territori con complicità, connivenze e indifferenze serve una mobilitazione». Affermazioni che hanno scatenato la reazione dei leghisti napoletani e della coordinatrice cittadina Simona Sapignoli: «Napoli è piena di rifiuti nell'area nord e anche in centro e il sindaco va in Abruzzo a parlare di rifiuti e dare lezioni. Ci spiace solo - dice la Sapignoli - che gli abruzzesi possano subire la sciagura di sentirsi dare ricette su di un tema sul quale De Magistris ha fallito».
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Il Mattino