La montagna ha partorito il topolino: non c'è la riforma della distribuzione delle risorse agli enti locali, e non ci sono nemmeno soldi da dare a fondo perduto, ma per...
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GLI EFFETTI
Il Covid è venuto in aiuto di Palazzo San Giacomo: «In considerazione della situazione straordinaria di emergenza sanitaria derivante dalla diffusione dell'epidemia - si legge nel testo - è sospesa fino al 30 giugno 2021, nel caso in cui l'ente locale abbia presentato, in data successiva al 31 dicembre 2017 e fino al 31 gennaio 2020, un piano di riequilibrio riformulato o rimodulato, ancorché in corso di approvazione a norma delle leggi vigenti in materia l'applicazione» della norma che porta al dissesto. Congelate - nella sostanza - le misure della Corte dei Conti contro Palazzo San Giacomo. L'emendamento - come si diceva - è al vaglio del Senato, ma nulla lascia supporre che possa subire modifiche perché nessuno, nemmeno la Corte dei Conti, si vuole assumere la responsabilità di far fallire la terza città d'Italia. I bene informati senatori fanno trapelare come la magistratura contabile abbia in qualche modo fatto balenare la richiesta di un paracadute politico che potesse metterli al riparo da decisioni che altrimenti sarebbero state inevitabili, come quella di dichiarare il dissesto di Palazzo San Giacomo e consegnare le chiavi della città al Prefetto.
L'ULTIMO SCOGLIO
Per de Magistris l'ultimo scoglio - atteso che tutto è stato congelato fino a giugno del 2021 compresi i piani di rientro dal debito - è quello del Consiglio comunale dove deve approdare il rendiconto di bilancio gravato da un debito di 2,7 miliardi. L'ex pm non ha una maggioranza politica al massimo arriva a 20 consiglieri e il minimo per la sopravvivenza è di 21, ma può contare su una volontà politica che coinvolge sostanzialmente tutte le opposizioni a iniziare dal Pd: nessuno si vuole accollare - anche in questo caso e figuriamoci dopo l'approvazione dell'emendamento - la responsabilità di fare andare in default l'ente. Per de Magistris non sarà comunque una passeggiata di salute e dovrà preparare bene il terreno per l'appuntamento in Aula - che dovrebbe arrivare entro fine mese - perché non manchi il numero legale. E se è vero che a parole nessuno vuole che Napoli piombi nel dissesto è anche vero che qualcuno potrebbe farsi un semplice ragionamento: se il default è politico perché fornire una stampella a de Magistris? Leggi l'articolo completo su
Il Mattino