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Sono trascorsi sette anni dalla tragica scomparsa di Salvatore Giordano. Era il 9 luglio del 2014, quando il cuore dell'allora 14 enne di Marano si fermò. Cinque giorni prima, Salvatore fu colpito da un fregio staccatosi dalla Galleria Umberto di Napoli. Giordano era in compagnia di alcuni amici di scuola: si erano recati a Napoli in quell'assolata giornata di luglio, per trascorrere un po' di tempo sul Lungomare e in altri punti del capoluogo. Il giovane, soccorso dai passanti e dai suoi amici, fu trasportato in condizioni disperate al Loreto Mare, dove poi morì cinque giorni dopo.
La morte di Giordano fu uno choc per la comunità di Marano. I suoi funerali si tennero qualche giorno dopo nello stadio comunale di via Musella, gremito per l'occasione in ogni ordine di posto e in un clima di profonda commozione. Le spoglie mortali di Salvatore riposano nel cimitero di via Vallesana, da qualche mese in una cappella di famiglia sorta poco tempo fa grazie al benestare del Comune di Marano.
«Sono passati sette lunghi anni - scrive Antonio, il fratello di Salvatore - e noi siamo qui come sempre a ricordarti. Ma è un ricordo che non avviene soltanto in questa triste ricorrenza: sei con noi in ogni istante e in ogni situazione della nostra esistenza. Purtroppo, un destino beffardo ti ha strappato alla vita, ai tuoi affetti. Eri solo un ragazzo e non lo meritavi. Dobbiamo constatare purtroppo - aggiunge Antonio - che la giustizia non ha ancora fatto il suo corso, ma noi lottiamo ogni giorno affinché vengano individuati i colpevoli. Ora non è il caso di polemizzare, ma tutti sanno che le responsabilità di quel che è accaduto, che poteva essere evitato, sono al vertice della catena».
E ancora: «Sei stato il miglior fratello che io potessi avere e anche se eri giovane ti sei sempre contraddistinto per gentilezza e altruismo. Sei l'eroe della tua città - conclude Antonio Giordano - e spero che presto ti possa essere intitolata una strada o una piazza. Ti vogliamo bene».
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Il Mattino