Trentanove persone sono state arrestate nel corso di un’operazione dei carabinieri del Comando Provinciale di Napoli per l’esecuzione di un’ordinanza di custodia...
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Nel corso delle indagini dirette e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, i militari dell’Arma hanno documentato che la gestione delle piazze di spaccio di cocaina, crack, marijuana e hashish era stata motivo di scontro con altre organizzazioni criminali e dato luogo a numerose azioni violente, tra le quali l’esplosione, ad aprile 2016, di una autobomba posizionata nei pressi dell’abitazione della reggente del clan.
Con il boss Ciro Troia (alias Gelsomino) in carcere, detenuto come i figli Francesco e Vincenzo, due donne erano state chiamate a gestire l’affare droga. Si tratta di Immacolata Iattarelli, moglie del capoclan, e sua nuora Concetta Aprea, moglie di Vincenzo. Quest’ultimo era stato accusato e poi assolto per l’omicidio di Vincenzo Liguori, padre della giornalista del Mattino Mary. Meccanico, Liguori era all’esterno della sua officina, quando un killer uccise a colpi di pistola Luigi Formicola: un proiettile vagante colpì mortalmente anche Liguori. Troia era ritenuto dall’Antimafia il mandante di quell’omicidio di camorra.
La principale piazza di spaccio era stata allestita proprio nei pressi del municipio di San Giorgio, dove i carabinieri hanno documentato diversi episodi di compravendita di droga.
Nel frattempo, gli interessi del clan D’Amato sulle piazze di spaccio di San Giorgio a Cremano avevano portato ad alcuni episodi particolari: l’esplosione di un’auto con una bomba e il posizionamento della testa di un maiale sul tetto di un’altra vettura. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino