Chiedono che il prossimo Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza si tenga nella Basilica di Santa Maria della Sanità, nel rione Sanità a Napoli. La...
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«Una richiesta particolare - scrivono - ma si avverte forte l'esigenza di continuare a collaborare con le istituzioni per non vanificare i grandi sforzi comuni fatti in questi anni». Le realtà del rione spiegano che è «forte il bisogno di sentire vicina la presenza delle istituzioni sul territorio, senza dover attendere un'altra vittima» e che «lo Stato garantisca la protezione che il quartiere merita: la comunità sente, mai come adesso, il bisogno di vicinanza da parte delle autorità».
Si respira un clima di «crescente tensione e insicurezza che, ormai da tempo, caratterizza il nostro quartiere» e, denunciano, «la comunità si trova spesso sola ad affrontare episodi di microcriminalità, abbandono e violenza». «Le frequenti 'stesè, i numerosi gruppi di adolescenti spesso armati e soli, ci allarmano e preoccupano - scrivono - L'ultimo episodio è di lunedì 30 settembre quando un ragazzo della nostra comunità è stato aggredito da un gruppo di adolescenti armati e accoltellato alla schiena. Poche ore dopo l'aggressione un'altra stesa nel quartiere Stella». Le realtà del rione ricordano il lavoro fatto negli anni per restituire alla Sanità, «terra a lungo martoriata, la luce che merita».
Un impegno che ha visto il quartiere compattarsi, diventare «comunità», scegliendo la strada «della cooperazione e dell'associazionismo, per creare lavoro, garantire ai giovani una possibilità diversa, offrire ai più piccoli la scelta di un futuro diverso». «Il quartiere si è impegnato, reinventandosi, nel tentativo di lasciarsi alle spalle anni di abbandono, degrado, povertà e criminalità - evidenziano - Questa crescita, culturale, sociale e turistica, non può essere affidata esclusivamente all'iniziativa dei cittadini». «Da soli non siamo in grado di affrontare le difficoltà endemiche e strutturali che ancora rendono impossibile sentirsi sicuri in un luogo che, con amore, definiamo casa nostra - sottolineano - Non possiamo continuare da soli a credere nel progresso e nella crescita se abbiamo paura di camminare la sera da soli, di prendere un caffè o di accompagnare i nostri figli a scuola». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino