Sant'Antimo, a fuoco il vecchio campanile: la scintilla dal cumulo di rifiuti

A rischio la grande campana che fu fusa con il metallo dei cannoni della battaglia di Lepanto del 1571

Il campanile della Rettoria dello Spirito Santo invaso dal fumo
Un incendio, quasi sicuramente di natura dolosa, si è sviluppato lunedì sera all'esterno e all'interno del campanile della cinquecentesca Rettoria dello...

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Un incendio, quasi sicuramente di natura dolosa, si è sviluppato lunedì sera all'esterno e all'interno del campanile della cinquecentesca Rettoria dello Spirito Santo, una delle cinque chiese del centro storico di Sant'Antimo. Il tempestivo intervento dei vigili del fuoco, allertati dai membri dell'associazione culturale Anthimus, che ha sede nella chiesa, e dalla polizia locale, ha scongiurato danni sia al campanile che alla sua preziosa campana.

Si tratta di una delle tre campane più grandi d'Italia, fusa con il bronzo ottenuto dai cannoni della battaglia di Lepanto del 1571. Non si ha notizia di altre campane, nel nostro paese, realizzate con materiale proveniente dalle armi della stessa battaglia. La Rettoria, monumento nazionale, appartiene al comune che l'ha data in concessione alla diocesi di Aversa per la celebrazione del culto. Chiusa per circa trent'anni, dopo il terremoto dell'80, conservava molti capolavori artistici, la gran parte depredati durante questo lungo periodo.

Riaperta a novembre del 2008, è divenuta più di un semplice luogo di culto: teatro per concerti, sede di convegni e di presentazione di libri, luogo di aggregazione scelto dall'associazione Anthimus per promuovere le sue attività sul territorio, punto di riferimento per le scuole. Questo grazie alla disponibilità del Rettore, don Pasquale Cammisa, che ha aperto l'edificio alla città, ma ha più volte lamentato di essere stato lasciato solo a combattere l'incuria ed il degrado che lo circondano.

I furti

Già all'indomani della riapertura della Rettoria, furono trafugate alcune opere e i pochi arredi sacri rimasti, tra cui candelieri e candelabri del Settecento. L'abbandono dei rifiuti nella piazza antistante l'edificio, le numerose incursioni notturne sul campanile, attraverso un cancelletto ormai divelto, i balordi che spaventano, spesso, dopo il calar del sole, i tanti giovani che frequentano l'associazione e che si esercitano spesso in sessioni di canto, sono stati denunciati a più riprese, dal rettore alle amministrazioni comunali ed ai commissari prefettizi che si sono succeduti.

L’incendio

È molto probabile che l'incendio dei rifiuti, che ha scatenato le fiamme attorno al campanile, sia la conseguenza dell'ennesimo atto vandalico e di inciviltà. Il mese scorso, durante un convegno, don Pasquale si era lamentato "di aver ricevuto promesse dagli amministratori che mai si sono concretizzate, sia per quanto concerne la richiesta di sicurezza che per i necessari interventi alla struttura, danneggiata da numerose infiltrazioni d'acqua.

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Il Mattino