Sant'Antimo, il grido di una madre: «Lotto per i diritti di mia figlia disabile, a scuola senza banchetto e sediolina adeguati»

«Non chiedo soldi, voglio solo ciò che ci spetta»

Melissa, la bambina affetta da disabilità
Una battaglia continua anche per cose che sembrano naturali per la maggior parte delle famiglie. La quotidianità non è semplice per Flora P. di Sant’Antimo,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Una battaglia continua anche per cose che sembrano naturali per la maggior parte delle famiglie. La quotidianità non è semplice per Flora P. di Sant’Antimo, madre di Melissa affetta da disabilità. Combatte per amore della sua piccola, assieme al marito, ma si sente sola e abbandonata da chi potrebbe rendere meno dura la loro vita. 

Quella di Flora è la storia di una donna che lotta a voce grossa per i suoi diritti: «Non voglio soldi, ma solo ciò che ci spetta. Combatto per i diritti di mia figlia. È dura, molto dura, ma non posso abbassare la testa. Vanessa ha sette anni ed è costretta a stare in un passeggino posturale che utilizzava quando ne aveva quattro. I piedini escono fuori e si stanca tanto. Le insegnanti sono dolcissime, a scuola si trova benissimo. Ha solo bisogno di un banchetto e una seduta adatta a lei. Non mi sembra di chiedere tanto». 

Ha la voce rotta del pianto mentre racconta. La rabbia cede il posto a un grosso sorriso mentre parla, invece, della sua piccola: «Non è facile. Alcuni giorni non so dove sbattere la testa. Abbiamo cambiato casa perché dove abitavamo prima non c’era l’ascensore e Melissa comincia a diventare pesante. Pago una persona per accompagnarla a scuola. Dobbiamo comprare di tutto dagli omogenizzati ai pannolini, perché quelli che ci vengono dati non bastano purtroppo. Le altre mamme, che ho conosciuto in ospedale, ricevono degli aiuti. Perché a noi non viene dato nulla? Non cedo perché combatto per mia figlia. Ripeto che non chiedo soldi, non voglio far passare un messaggio sbagliato. Chiedo solo ciò che ci spetta».

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino