Sara filmata negli ultimi istanti: l'autopsia scagiona il marito

Sara filmata negli ultimi istanti: l'autopsia scagiona il marito
«Riteniamo che Sara Aiello sia deceduta per cause naturali». Una frase secca, che sintetizza le conclusioni alle quali è arrivato il pool di esperti nominato a...

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«Riteniamo che Sara Aiello sia deceduta per cause naturali». Una frase secca, che sintetizza le conclusioni alle quali è arrivato il pool di esperti nominato a dicembre scorso dal giudice del tribunale di Torre Annunziata, Emma Aufieri, per chiarire le cause della morte della giovane mamma di Pimonte, che ha perso la vita a 36 anni ormai oltre cinque anni fa nella sua abitazione di Pompei. Un caso che era stato aperto solo un anno fa, quando il papà di Sara un commerciante di Pimonte, morto da qualche settimana - decise di presentare una dettagliata denuncia, nella quale raccontava di sospetti sulla morte di sua figlia. La Procura di Torre Annunziata aveva chiesto l'archiviazione del caso, ma il gip ha deciso per la nuova perizia che desse certezze su quei sospetti. Sospetti che portavano al vedovo di Sara e ai tre medici che avevano avuto in cura la donna nelle settimane precedenti la sua morte. Addirittura, con un'inquietante ipotesi: quella dell'avvelenamento da cianuro. Tutto smentito dalla super perizia che porta al firma di Pascale Basilicata, Francesco Diurno, Umberto Ferbo e Pietro Tarsitano, che lo scorso 8 gennaio hanno esumato la salma di Sara ed hanno effettuato un'insolita autopsia a distanza di quattro anni e mezzo. Sei mesi di esami in laboratorio e analisi delle cartelle cliniche hanno permesso agli esperti di escludere qualsiasi responsabilità sulla morte di Sara Aiello, stroncata da una cardiopatia (la sindrome congenita del QT lungo che causa pericolose aritmie) di natura ereditaria alla quale si era abbinata una presunta patologia epilettica. Escluse le responsabilità di un neurologo di fama internazionale, assistito dagli avvocati Ferdinando e Pasquale Striano, anche per quanto riguarda la somministrazione di un farmaco, il Tegretol, solitamente sconsigliato per i soggetti cardiopatici: quel medicinale non causa il decesso e soprattutto dagli esami cardiologici precedenti non erano emerse particolari avvisaglie di una patologia al cuore.


Da alcuni mesi, infatti, Sara soffriva di particolari crisi per le quali aveva effettuato diverse visite da specialisti, ma una diagnosi definitiva non era ancora arrivata, tant'è che proprio il neurologo aveva chiesto al marito di filmare la crisi successiva per capire bene di cosa si trattasse. Anche quel video è stato analizzato dai consulenti, che sostengono che la donna si trovasse ormai già in arresto respiratorio, ma solo «un occhio esperto» se ne sarebbe accorto. Il marito capì che la situazione stava precipitando e chiamò il 118, che arrivò quando Sara era ormai priva di vita. I soccorsi furono celeri e, tra le conclusioni, c'è un capitolo specifico dedicato al presunto avvelenamento, assolutamente escluso: tra i campioni analizzati viene fuori solo la presenza del farmaco.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino