Whisky, gin, tequila, vodka, rum e più in generale liquori ad alta gradazione senza disdegnare vino, prosecco e tanta birra. Mix devastanti, perfetti per farsi male, vere e...
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Il divieto di somministrazione di bevande alcoliche ai minori di 18 anni è legge nazionale in vigore dal 20 febbraio ma, a giudicare dai dati allarmanti registrati dal servizio di soccorso sanitario che risponde al numero telefonico 118, almeno a Napoli e in Campania appare del tutto disatteso. Giuseppe Galano, direttore della centrale operativa regionale del 118, non ha dubbi: «Siamo in assoluta emergenza. Il consumo di alcol tra i giovanissimi sta aumentando in maniera esponenziale e di pari passo viaggiano le richieste di soccorso che arrivano alla nostra centrale operativa». La statistica 2016 del 118 parla chiaro: su 69mila interventi di pronto soccorso in generale, 1200 riguardano le emergenze legate esclusivamente alle «intossicazioni» - dall'abuso di sostanze stupefacenti ai cocktail di psicofarmaci - e il 50 per cento, ovvero seicento interventi all'anno, vengono messi a segno per consumo di alcol e interessano quasi esclusivamente gli under 18, una media di circa due soccorsi al giorno: «Diciamo le cose come stanno: quelli che finiscono in coma etilico sono quasi sempre minorenni - aggiunge il direttore Galano - I casi che coinvolgono i maggiorenni sono piuttosto rari. E la ragione c'è: l'adulto gestisce l'alcol in maniera diversa, è più consapevole e quasi sempre è in grado di capire qual è la soglia da non oltrepassare. In ogni caso difficilmente chiede l'intervento del 118». Tutt'altra storia invece per i ragazzini che utilizzano l'alcol secondo le modalità di quello che viene definito «binge drinking», la moda giovanile, nata oltre Manica, di bere quanto si può per ubriacarsi e perdere il controllo. Contemporaneamente aumenta anche il numero dei «policonsumatori», coloro cioè che in una sola serata bevono birra, super alcolici e vino che torna di moda nello sballo del sabato sera complice l'abbassamento dei prezzi nelle occasioni di «happy hours».
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Il Mattino